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26 luglio 2008

2008-07-27 SOTTOSTIME E SOTTOVALUTAZIONI NELLE EVIDENZE EPIDEMIOLOGICHE

DALLA XII RIUNIONE ANNUALE DELL' ASSOCIAZIONE ITALIANA REGISTRO TUMORI
Autore V. Gennaro
(Istituto Dipartimento Epidemiologia e Prevenzione Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST) Genova )

DALLO STUDIO EPIDEMIOLOGICO NON EMERGONO RISCHI SIGNIFICATIVI. MA E’ VERO? SOTTOSTIME E SOTTOVALUTAZIONI NELLE EVIDENZE EPIDEMIOLOGICHE

OBIETTIVO Identificare alcuni elementi che possono produrre anche gravi sottostime e sottovalutazioni dei rischi sanitari in epidemiologia.

MATERIALI E METODI Alcuni importanti studi epidemiologici hanno segnalato l’assenza di rischio per la salute pubblica. Tuttavia il riesame attento dei materiali, metodi, risultati e conclusioni e la congruenza con gli obiettivi prefissati nello studio epidemiologico hanno talvolta fatto emergere l’assenza di solide evidenze scientifiche di queste rassicurazioni.

RISULTATI E’ stato riportato che alcuni importanti studi soffrono di gravi limiti riferibili alla incompletezza e non sistematicità dei monitoraggi
ambientali ed epidemiologici, l’uso di disegni di studio inappropriati, la selezione di poche malattie, l’errata scelta della popolazione di riferimento, la diluizione della popolazione esposta, la non considerazione del possibile effetto sinergico dell’inquinante (pur nei limiti di legge) e del lungo tempo di latenza delle malattie cronico degenerative (es. tumori), la non associazione tra esposizioni ed effetti sanitari, l’enfasi sulla (non) significatività statistica a scapito di quella epidemiologica e, infine, ma non ultimo,l’errata interpretazione e comunicazione dei risultati.

CONCLUSIONI L’epidemiologia è una disciplina orientata a fornire evidenze scientifiche utili a difendere la salute pubblica, pertanto risulta fondamentale evitare la sottostima e la sottovalutazione del rischio. Una rigorosa verifica delle principali caratteristiche strutturali
dello studio epidemiologico - specialmente se questo è negativo - può essere determinante nell’interpretare correttamente la validità degli studi e quindi delle evidenze di causalità che potrebbero sottovalutare il vero rischio sanitario delle popolazioni esaminate e risultare in azioni di prevenzione primaria inefficaci.

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