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15 settembre 2009

2009/09/14 "India: nata generazione di bambini deformi a causa dell’inquinamento da carbone"/Enel: accordo in Cina per catturare la CO2

Tratto da Ecologiae
India: nata generazione di bambini deformi a causa dell’inquinamento da carbone
Di Marco Mancini

Esistono diversi tipi di carbone: nero, duro, pieno di carbonio, e così via. Tuttavia, la concentrazione pericolosa dei minerali che lo compongono varia notevolmente come variano le emissioni di componenti tossici a seconda della progettazione e gestione di una fonte di combustione.
Ad esempio, alcuni tipi di carbone rilasciano tracce di alti livelli di fluoruri, mentre altri depositi hanno livelli altamente pericolosi di composti tossici del fluoro.Lo stesso vale per il mercurio, per l’arsenico, per l’uranio e per i suoi prodotti a causa del decadimento radiologico.

E proprio per il rischio radiologico, dai dati raccolti è emerso che in India sono nati alcuni bambini deformi a causa dell’esposizione a radionuclidi associati alla produzione di energia elettrica dal carbone.
Dal racconto dell’Observer intitolato “generazione indiana di bambini nati storpi per i rifiuti di uranio” si legge:
Gli operatori sanitari nelle città della regione del Punjabi di Bathinda e Faridkot sapevano che qualcosa era terribilmente sbagliato quando hanno visto un forte aumento del numero di difetti congeniti, anomalie fisiche e mentali, e tumori. Sospettavano che i bambini venivano lentamente avvelenati. Ma fu solo quando arrivò uno scienziato, in visita organizzata per raccogliere campioni da analizzare presso un laboratorio tedesco, che la vera natura della situazione è diventata chiara. I risultati sono stati inequivocabili. I bambini presentavano livelli di massa di uranio nei loro corpi, in un caso più di 60 volte rispetto al limite massimo di sicurezza.

I risultati dei test per i bambini nati e che vivono nelle zone intorno alle centrali energetiche mostrano alti livelli di uranio nei loro corpi. Gli esami a cui sono state sottoposte le acque sotterranee mostrano che i livelli di uranio erano fino a 15 volte oltre il limite massimo stabilito dell’Organizzazione mondiale della sanità. Gli esami hanno dimostrato inoltre che tale contaminazione si estende su gran parte della Regione, che ospita 24 milioni di persone.

I risultati hanno implicazioni non solo per il resto della India – Punjab produce due terzi delle riserve di grano del Paese e il 40% del riso – ma per molti altri Paesi che stanno progettando la costruzione di nuove centrali elettriche, tra cui Cina, Russia, India, Germania e Stati Uniti.
L’articolo non parla dei tipi e dell’efficacia dei controlli sull’inquinamento da combustione delle centrali elettriche a carbone in India, e non sappiamo esattamente se e quanto i residui di ceneri e di altre sostanze possano essere stati dispersi fino agli altri Stati, oltre che all’esposizione delle popolazioni, ma intanto sorgono tanti dubbi sulla capacità di controllare il nostro vero inquinamento, e soprattutto se, quando si decide di costruire una centrale a carbone o con qualche altro combustibile inquinante, si conoscono i rischi effettivi a cui si va incontro.

Fonte: [Treehugger]
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Tratto da Greenreport
Enel: accordo in Cina per catturare la CO2L'ultima trovata italo-cinese: il giacimento esaurito di petrolio diventa 'bara' della Co2

LIVORNO. L'idea di dare ‘ossigeno' alle fonti fossili attraverso tecnologie che ne mitighino gli impatti non è quella su cui, dal nostro punto di vista, è lecito investire. Pur essendo consapevoli che ancora per anni petrolio e carbone la faranno da padroni, spendere milioni di euro per catturarne la C02 prodotta - dato che si tratta comunque di tecnologie in fase di sperimentazione - non ci pare una priorità, mentre gli investimenti di un governo illuminato dovrebbero andare in altre direzioni: risparmio energetico, efficienza, rinnovabili.

In Italia invece si è scelto la carta del fare tutto con una predilezione per il nucleare e il carbon capture. Con questa lente va letta sia la dichiarazione congiunta tra il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ed il ministro della scienza e tecnologia della Repubblica Popolare Cinese Wan Gang sulla prosecuzione ed implementazione dei rapporti bilaterali in materia di ricerca e tecnologia ambientale; sia l'accordo sul trasferimento delle tecnologie del cosiddetto "carbone pulito" e della cattura della CO2 siglato sempre oggi a Pechino tra i ministeri dell'Ambiente italiano e cinese e l'Enel.

«L'accordo che abbiamo firmato insieme ad Enel - ha commentato Stefania Prestigiacomo - ha un'importanza strategica per il nostro ministero, che investe ormai da tempo sullo sviluppo della tecnologia di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica, come dimostrano i tanti accordi bilaterali che abbiamo siglato negli ultimi mesi, non ultimo quello con l'Australia in occasione del G8 di Siracusa. In particolare l'accordo di oggi ci fa diventare il primo Paese europeo a sviluppare un programma del genere con la Cina. L'accordo prevede infatti uno studio di fattibilità per la costruzione di un impianti di cattura e stoccaggio dell'anidride presso una centrale a carbone e la sua successiva iniezione in un giacimento petrolifero esausto. Questo consentirà un abbattimento sostanziale delle emissioni prodotte. Un'ulteriore conferma della funzione di volano per gli investimenti italiani che il nostro programma di cooperazione ambientale ha saputo svolgere in questi dieci anni».

L'ultima novità, dunque, sarebbe lo sfruttare i giacimenti petroliferi esausti come magazzini dove riporre la C02. Non siamo ingegneri capaci di valutarne la reale possibilità e calcolarne l'impatto ambientale. I costi economici sono però certamente alti, i risultati tutti da dimostrare, e gli effetti dell'uso del carbone non sono solo quelli della produzione di C02... In Cina soprattutto sappiamo che ci sono migliaia e migliaia di miniere di carbone purtroppo rese note dalla cronaca per i numerosi incidenti mortali. Solo alcuni giorni fa la Cina ha deciso di chiuderne oltre mille e il carbone là rappresenta il 70% della produzione energetica: quanti impianti di carbone capture bisognerebbe dunque installare? L'energia del futuro difficilmente passerà, se non in modo transitorio e chissà con quale reale risultato, per questi escamotage...

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