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27 febbraio 2010

2010/02/27" Inquinamento, nemico dei bambini:Imputato principale: l'aria che respiriamo?/ IMPORTANZA DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA.


Inquinamento, nemico dei bambini
A cura de Il Pensiero Scientifico Editore

Imputato principale: l'aria che respiriamo?

Nell’aria esterna sostanze diverse in relazione al tipo di emissione, alle condizioni geografiche, climatiche e atmosferiche, costituiscono insiemi di inquinanti che interagiscono. Le conseguenze sulla salute sono determinate dalle miscele di molecole e composti che agiscono contemporaneamente e con effetto sinergico.

Generalmente in Italia le misurazioni regionali dell’inquinamento dell’aria si avvalgono di rilevatori fissi che monitorizzano il territorio e permettono di individuare i livelli dell’inquinamento di fondo comuni in ampi territori geografici; nei capoluoghi di provincia altre postazioni registrano le concentrazioni urbane. Nelle grandi città generalmente la qualità dell’aria è peggiore perché all’inquinamento di fondo si sommano le emissioni urbane che sono dovute in gran parte al traffico veicolare.

Particolato, ossidi di azoto e di zolfo, ossido di carbonio, ozono,composti organici e alcuni metalli pesanti come il piombo, sono gli inquinanti con maggiori evidenze di tossicità. Nei Paesi sviluppati l’utilizzo di carburanti privi di piombo ha ridotto l’esposizione a questo inquinante che rappresenta ancora un serio rischio per la salute dei bambini nei Paesi in via di sviluppo. I veicoli in molte città costituiscono, comunque, la maggior sorgente di emissione di inquinanti atmosferici, il traffico urbano contribuisce all’inquinamento di fondo e incrementa i livelli di inquinanti con emissioni dirette. La concentrazione di alcuni inquinanti come ossidi di azoto e fumo nero è molto più elevata lungo le strade a traffico intenso.In Italia le emissioni da particolato PM10 da trasporto stradale sono più del doppio di quelle dovute a riscaldamento residenziale.

I bambini sono i più vulnerabili?
I rischi per la salute dovuti all’inquinamento ambientale sono maggiori per le popolazioni più vulnerabili, primi tra tutti i bambini, che sono più suscettibili, sia durante la vita fetale, che dopo la nascita e poco sicuri. Quasi la metà delle malattie correlate all’ambiente tende a gravare maggiormente sui bambini sotto i cinque anni. La particolare suscettibilità dei bambini deriva dalle caratteristiche biologiche dei loro vari stadi di sviluppo (dal concepimento fino all’adolescenza), dal tempo di esposizione più lungo e dagli effetti dell’accumulo a lungo termine, nei tessuti, di sostanze tossiche che si trasmettono di generazione in generazione (bioaccumulazione).
Secondo l’OMS nella «Regione Europea» (corrispondente all’Europa più i Paesi dell’ex URSS) circa un terzo del carico totale di malattie dalla nascita fino ai 18 anni può essere causato da ambienti non sani.

L’età evolutiva, infatti, è per vari motivi la più esposta agli inquinanti atmosferici. L’apparato respiratorio del bambino è vulnerabile perché in via di sviluppo, in quanto la maggior crescita volumetrica e la maggior evoluzione strutturale del polmone avvengono fra l’età di un mese e i 7 anni. I due terzi degli alveoli si sviluppano per segmentazione degli alveoli primitivi dopo la nascita, soprattutto nei primi 18 mesi di vita e, la differenziazione, la ramificazione e lo sviluppo delle vie aeree continuano fino ai 18-20 anni.Altri motivi di vulnerabilità, specie per i bambini più piccoli, sono dovuti all’inalazione di maggiore volume di aria rispetto all’adulto in rapporto al peso corporeo e alla relativa maggiore inalazione di inquinanti, all’immaturità metabolica e immunologica, all’elevata frequenza di infezioni respiratorie e alla scarsa consapevolezza del rischio.

Quali le conseguenze nel breve e nel lungo periodo?

L’esposizione a breve termine al particolato PM10, spesso considerato come indicatore per definire l’inquinamento atmosferico complessivo, comporta, per ogni incremento di concentrazione di 10 gr/m3, nel bambino di età inferiore a cinque anni, un incremento di mortalità a breve termine dello 1,66%, valore tre volte maggiore rispetto a quello della popolazione generale.Nel bambino l’esposizione acuta agli inquinanti atmosferici comporta sintomi respiratori come tosse e respiro sibilante, infezioni delle basse vie respiratorie e riduzione transitoria della funzionalità respiratoria; negli affetti da asma si associa a incremento di sintomi, di numero di ricoveri e di uso di farmaci.

Nella popolazione l’inquinamento dell’aria nei centri urbani determina tra il 3% e l’8% della mortalità totale, con valori che arrivano al 15% nelle zone più inquinate.L’esposizione durante la gravidanza si associa ad alterato sviluppo del polmone nel feto e maggior rischio di morte del lattante, l’esposizione a lungo termine nel bambino è associata a riduzione dello sviluppo polmonare e conseguente riduzione persistente della funzionalità respiratoria.

C’è un rapporto diretto fra lunga esposizione ad elevate concentrazioni di inquinanti e maggior incidenza di sintomi e di infezioni respiratorie; negli asmatici le concentrazioni elevate si correlano a maggior rischio di persistenza di sintomi e maggior numero di crisi asmatiche gravi. È plausibile che gli inquinanti atmosferici abbiano un ruolo nel facilitare la sensibilizzazione allergica; il praticare molto sport in ambienti con elevate concentrazioni di ozono si associa inoltre a maggior incidenza di asma.Infine, mentre è certo il ruolo di alcuni metalli pesanti come piombo e mercurio nel determinare alterazioni dello sviluppo neurocomportamentale, non è ancora possibile stabilire una relazione causale fra inquinamento atmosferico e tumori nei bambini.

Cosa si può fare?

Nel 2004 l’OMS Europeo, con la IV Conferenza Ministeriale Europea sull’Ambiente e la Salute del Bambino, riconoscendo come priorità la necessità di ridurre gli effetti avversi dell’inquinamento atmosferico, ha formulato specifiche raccomandazioni per i governi con l’obiettivo di permettere ai bambini di respirare aria pulita. Le azioni individuate comprendono anche interventi per rendere le aule scolastiche libere da inquinamento, l’intervento educativo su insegnanti, genitori e ragazzi relativamente ai pericoli dell’inquinamento dell’aria esterna e la promozione e il coinvolgimento dei bambini delle scuole e delle comunità nel sostenere e diffondere informazioni sulle politiche a favore di un’aria pulita.

Anche i pediatri, come tutti i professionisti della salute, hanno un ruolo sia a livello individuale sia a livello delle comunità su questi temi. Chi meglio del pediatra infatti può informare famiglia, bambini e adolescenti sui rischi connessi all’esposizione ambientale? E quindi insieme a loro agire sui responsabili istituzionali delle politiche ambientali?

Il pediatra, inoltre, può dare suggerimenti anticipatori su come ridurre l’esposizione agli inquinanti e informare le famiglie sui dati disponibili a livello locale sulle concentrazioni di inquinanti di aria e acqua, e sull’esistenza di leggi che fissano i limiti di inquinamento ambientale.

A cura di Stefania Mengoni

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L'IMPORTANZA DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA


UNA SENTENZA DELLA CORTE DEI CONTI CAMPANA, OLTRE CHE AI DANNI RELATIVI ALL'AMBIENTE METTE IN MOSTRA ANCHE QUALI SONO I DANNI ECONOMICI RELATIVI ALLA MANCATA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI

Oltre che un danno all'ambiente, la mancata raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani costituisce per l'Erario un danno economico.
La sentenza
1492/2009 della Corte dei Conti infatti sentenzia che, qualora la raccolta non venga effettuata, i comuni debbano risarcire lo Stato per una spesa non prevista.
La sentenza è stata emessa contro il Comune di Marcianise e contro il sindaco inerte di fronte ad un problema grave come quello relativo ai rifiuti.
La Corte dei conti ha stabilito per il comune campano un danno che supera i 450 mila euro.
In base alla sentenza le sanzioni possono essere progressive nei confronti dei comuni che dovessero mostrarsi inefficienti nella promozione della raccolta differenziata ed impreparati alla bisogna.
Sono tre i danni contestati che hanno dato poi l'esito della sentenza.
Innanzi tutto un danno eccessivo per il Comune che ha dovuto pagare all'Ente preposto la *tariffa di smaltimento rifiuti* per il conferimento dell'indifferenziato che si sarebbe evitata qualora la raccolta differenziata fosse stata attuata; altro danno, sempre in conto alle casse comunali è costituito dai mancati introiti che si sarebbero potuti ricavare dalla vendita del materiale riciclato.
Terza, ed ultima contestazione, è il danno provocato, oltre che al Comune, anche all'Erario, costituito dal collasso del piano integrato dei rifiuti e dei costi emergenti, cui l'insufficiente raccolta ha costretto uno smodato ricorso al conferimento in discarica mentre le normative Europee impongono il ricorso alla discarica solo come
Extrema ratio....


Felice Airoldi portavoce del Comitato per Scarpino
PRESIDIO PERMANENTE NO GASSIFICATORE di SCARPINO

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