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30 aprile 2010

LIGURIA:CONTROLLI E BONIFICHE ARPAL SOTTO INCHIESTA.

Tratto da "La RepubblicaGenova.it


Controlli e bonifiche
Arpal sotto inchiesta

Perquisita l'Agenzia regionale per l'ambiente, dieci avvisi di garanzia. Secondo gli investigatori le relazioni sarebbero state troppo "generose". Nel mirino anche l'Acna di Cengio

di GIUSEPPE FILETTO e MARCO PREVE

Dieci avvisi di garanzia, notificati soprattutto a dirigenti dell'Arpal di Genova e delle altre provincie liguri, finiti nel mirino della procura della Repubblica del capoluogo. Una montagna di documenti, di dossier sequestrati dai carabinieri del Noe, ma anche computer, portati via e che saranno controllati da esperti informatici. Tutto nelle mani del sostituto procuratore Paola Calleri, che a vario titolo, contesta l'abuso d'ufficio, il falso ideologico, l'omissione in atti d'ufficio e il concorso continuato nei reati. Ad altri indagati sarebbe stata contestata anche la corruzione. Tutte ipotesi che gli stessi investigatori ammettono di essere al vaglio e che devono essere accertate.

In ogni modo, ieri mattina, negli uffici dell'Arpal di Genova, ma anche nelle sedi di Savona, Imperia e La Spezia, sono piombati i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, appoggiati dai colleghi dei comandi provinciali. Hanno setacciato i 4 piani della Fiumara: i dipartimenti, gli uffici e i laboratori. Hanno sequestrato materiale cartaceo ed informatico, documentazione relativa alle consulenze e agli acquisti che passano attraverso Datasiel.

Poi hanno notificato gli avvisi di garanzia, uno dei quali a Bruno Soracco, direttore generale dell'agenzia. Indagati pure Riccardo Sartori, responsabile del Settore Territorio del Dipartimento di Genova; Gino Vestri, che ha ricoperto l'incarico di Sartori fino al dicembre del 2008 e che ora dirige i 4 dipartimenti liguri; Stefano Maggiolo, direttore del Dipartimento di Genova (a quest'ultimo sarebbe contestata una relazione tecnica relativa ad un servizio di indagine affidato alla stessa agenzia). Ai quattro viene contestato l'abuso d'ufficio e il falso. Non avrebbe ricevuto alcuna notifica Rossella D'Acqui, la direttrice scientifica che ieri era a Roma.

Gli indagati si mostrano sereni e si sono messi a disposizione della magistratura. Comunque, oltre al personale Arpal, altri avvisi di garanzia riguarderebbero alcune ditte, tra cui la Sige, società di controlli ambientali di cui Soracco possedeva quote azionarie prima che diventasse direttore generale all'Arpal e nella quale attualmente lavorerebbe il fratello Gianfranco. Ieri Soracco nel pomeriggio è tornato nel suo ufficio della Fiumara. "Sono chiamato in causa nell'ambito della mia funzione di direttore generale - precisa lui - perché i temi sono tutti materia che passa dalla mia scrivania".

I versanti su cui si indaga sarebbero relativi all'attività di vigilanza ambientale affidata all'Arpal. Stando a quanto trapela e si ipotizza, l'agenzia avrebbe omesso di controllare ed i responsabili "non avrebbero rappresentato la situazione nei suoi termini obiettivi". Tanto che i campi di indagine sono diversificati tra loro, tra cui le emissioni in atmosfera di inquinanti, ma quattro sono i filoni principali su cui lavora la procura: la discarica di Scarpino gestita dall'Amiu, la vasca di raccolta del percolato che nel dicembre del 2008, a causa delle abbondanti piogge, scaricò i liquami nel torrente Chiaravagna; i depositi di rifiuti tossico-nocivi della Stoppani di Cogoleto ed Arenzano, le superfici industriali soggette a risanamento ambientale; le aree siderurgiche di Cornigliano interessate dalla bonifica; l'Acna di Cengio.

In particolare, si ipotizza che le società interessate avrebbero chiesto e ottenuti dei "favori" dall'Arpal


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Tratto da Ivg

Ambiente: vertici Arpal indagati per analisi false

Genova. La Procura di Genova ha iscritto nel registro degli indagati i vertici dell’Arpal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure. Sotto accusa, come riportato questa mattina da alcuni quotidiani, il direttore generale dell’Agenzia, Bruno Soracco, e altre nove persone per, a vario titolo, abuso d’ufficio, falso ideologico, omissione di atti d’ufficio, in concorso.

Secondo l’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Paola Calleri, l’Arpal avrebbe costruito carte false omettendo i controlli in modo da far rientrare i valori-campione entro i limiti imposti dalla legge anche se erano oltre i limiti.
Ieri mattina, i carabinieri del Noe hanno perquisito i locali dell’Agenzia, sequestrato documenti e altro materiale utile per le indagini. Sotto la lente degli investigatori sono finiti i campioni della discarica di Scarpino, gestita dall’Amiu, i depositi di rifiuti tossici della Stoppani di Cogoleto e Arenzano, le aree siderurgiche di Cornigliano.

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