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30 novembre 2012

Daniel Tarozzi:"L'Ilva ha cambiato la storia"


Tratto da Il Cambiamento

"L'Ilva ha cambiato la storia"

  di Daniel Tarozzi  

Non ho mai amato il vittimismo tipico italiano, il "piove governo ladro", il cercare sempre in altri la responsabilità di ciò che non funziona.Questo, però, non deve farmi perdere la capacità di indignarmi o di essere scosso dai balletti della politica nazionale e dallo spregio che questa gente ha per i diritti, per la salute, per l'ambiente, per la vita stessa dei loro elettori.
Ieri mi trovavo a Savona (sono ancora in giro in camper per raccontare in un libro l'Italia che cambia) e ho incontrato la rete "Fermiamo il carbone".


 Tra le persone in sala Ilaria, 27 anni, che si è presentata così: "sono venuta a vivere in Liguria per respirare aria pulita. Da oggi sono in chemioterapia". 

I rappresentanti della Rete ci spiegano che in 16 anni nei dintorni della centrale a Carbone sono morte 2664 persone in più rispetto alla media regionale. Molti di loro hanno mogli, mariti, genitori, amici morti per tumore o altre patologie affini.
Il Comitato ci mostra un volantino stampato dal PD prima delle ultime elezioni regionali: in quel volantino il PD si dichiara contrario all'ampliamento della centrale a carbone. Vince le elezioni e dopo qualche mese da il via libera all'ampliamento della centrale (con l'appoggio della maggior parte delle forze politiche di sinistra e di destra)....


 
Nel frattempo, persino il maltempo sembra voler inferire sulla vicenda dell'Ilva in una delle zone più martoriate del nostro Paese. "L'Ilva ha cambiato la storia"! Questo mi ha spiegato in provincia di La Spezia Daniela Patrucco, attivissima contro la centrale a carbone dell'Enel. Secondo Daniela, per la prima volta la magistratura ha portato alla ribalta la salute come fattore determinante nei dibattiti su questi siti inquinanti.
Già, perché normalmente questi temi vengono considerati "roba da ambientalisti". Si contrappone lavoro e ambiente e si dice che "non si può fermare lo sviluppo".
 Ma lo sviluppo che si finisce per finanziare è quello dei tumori, delle leucemie, dei feti deformati dalle sostanze inquinanti. Lo sviluppo del dolore, della morte, della sofferenza.

Io credo che sia venuto il tempo di dire basta a questi finti dibattiti.  
La salute non può essere un valore negoziabile. Nessun posto di lavoro può venire prima della vita di una singola persona. Non esiste una soglia di inquinamento accettabile. Quanti tumori sono accettabili? E di chi?

Soprattutto è ora di dire con forza che queste aziende sono state sconfitte dalla storia. Non ha più alcun senso continuare con questo tipo di economia e di "sviluppo": esistono alternative, metodologie e approcci che permettono di vivere bene, senza uccidere, senza sfruttare, senza distruggere e magari recuperando anche il piacere del vivere e del relazionarsi.
È ora di cambiare.
Daniel Tarozzi

30 Novembre 2012

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