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27 dicembre 2012

Ilva di Taranto: i giudici contro il Governo

Tratto da Il Sole 24 ore

Ilva, i giudici contro il Governo

TARANTO :Parte l'offensiva della Procura di Taranto contro le norme che consentono all'Ilva di continuare l'attività produttiva e di vendere i semilavorati e i prodotti finiti sequestrati lo scorso 26 novembre. I giudici hanno sollevato davanti alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato contestando il decreto n. 207 del 3 dicembre scorso. Analoga iniziativa riproporranno non appena la legge di conversione sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, essendo stato il decreto approvato dal Parlamento nella scorsa settimana.

Il punto che evidenziano i giudici tarantini è che il Governo, con le nuove norme, impedisce l'azione penale e interferisce con le indagini che a fine luglio hanno portato al sequestro degli impianti dell'area a caldo del siderurgico essendo stato ravvisato il reato di disastro ambientale. Il decreto del Governo non revoca il sequestro, ma reimmettendo l'Ilva nel possesso di altiforni e acciaierie, cosa che è già avvenuta nelle scorse settimane, de facto, per i magistrati, consente la produzione che la stretta giudiziaria di fine luglio aveva invece bloccato, essendo quel sequestro senza facoltà d'uso. In buona sostanza, dicono i pm, gli impianti del siderurgico sono stati sequestrati perché fonte di pericolo per la salute pubblica e la facoltà d'uso era stata vietata proprio per evitare che si continuassero a riversare nell'aria le emissioni inquinanti – cioè fumi, veleni e polveri – proseguendo così il reato. A ciò si aggiunga che il sequestro dell'area a caldo è ormai definitivo perché l'Ilva in questi mesi non ha avanzato ricorso alla Corte di Cassazione e i termini per farlo sono ormai scaduti. La tesi dei magistrati è che nel momento in cui si consente all'Ilva di produrre, da un lato si permette la continuazione di ciò che i giudici ritengono sia un pericolo e dall'altro si mette al riparo l'azienda dall'azione penale che è invece obbligatoria.

Il conflitto di attribuzione alla Consulta è una delle due mosse studiate dai magistrati. Non appena ci sarà l'occasione, i giudici intendono sollevare anche l'eccezione di incostituzionalità sulla legge e in tal senso l'occasione potrebbe essere rappresentata dalla discussione, in calendario l'8 gennaio prossimo, del ricorso col quale l'Ilva ha chiesto al Tribunale dell'appello il dissequestro delle merci bloccate a fine novembre. Diversamente dal conflitto di attribuzione, l'eccezione di incostituzionalità ha infatti bisogno di una sede tecnica per essere sollevata.....

È indubbio che la nuova mossa della magistratura tarantina dimostri come sia fragile la tregua raggiunta con la legge che, oltre all'Ilva, si applica a tutti i siti industriali con più di 200 dipendenti riconosciuti di "interesse strategico nazionale". In verità, proprio la magistratura non ha mai fatto mistero in queste settimane della sua volontà di impugnare gli atti sia del Governo sia del Parlamento, atti che anche i movimenti ambientalisti hanno duramente contestato.

Tra l'altro, lo scorso 15 dicembre a Taranto c'è stata anche una manifestazione contro il decreto e 10mila persone in corteo che hanno chiesto che le norme sull'Ilva non venissero convertite in legge. Un'opposizione che a tutt'oggi non si è placata anche se, dal varo alla conversione in legge, il decreto è stato ampiamente modificato con l'introduzione di una parte che riguarda la Valutazione del danno sanitario dovuta all'inquinamento. Tutto questo nonostante il presidente Giorgio Napolitano abbia di recente affermato che il decreto «bilancia» diritti fondamentali come salute, ambiente e lavoro.

Leggi  l'articolo integrale su Il Sole 24 ore

 

Tratto da Il Sole 24 ore

Ilva, la procura di Taranto fa ricorso alla Consulta contro il decreto del governo che tiene aperto l'impianto

Conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato: la Procura di Taranto lancia l'offensiva contro le norme che consentono all'Ilva la continuità produttiva nonostante il sequestro disposto dall'autorità giudiziaria a luglio a causa del reato di disastro ambientale.
È stato infatti presentato l'annunciato ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto legge numero 207 del 3 dicembre scorso che riguarda l'Ilva di Taranto ma si applica anche a tutti gli stabilimenti industriali ritenuti di interesse strategico nazionale e con occupazione superiore ai 200 addetti.

Poiché il decreto é stato nel frattempo convertito in legge - l'approvazione da parte di Camera e Senato é avvenuta proprio la scorsa settimana - la Procura attenderà ora la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» per inoltrare alla Consulta un secondo ricorso, basato stavolta sulla legge ma con le stesse motivazioni del primo.L'articolo integrale su Il Sole 24 ore

 

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