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26 gennaio 2013

Gian Carlo Caselli - IL DIRITTO ALLA SALUTE: La Costituzione e la Magistratura a tutela della salute contro i colossi che inquinano.

Riceviamo e Pubblichiamo 
il "Comunicato  Ubik "
Il Procuratore Caselli a Quiliano:
  Oggi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, riportiamo le inedite parole pronunciate del Procuratore Capo di Torino Gian Carlo Caselli quest’estate al campeggio dell’Anpi a Quiliano, dove ha sottolineato la forza straordinaria della nostra Costituzione nella tutela della salute..."

"Sono vent’anni che la politica delega alla Magistratura problemi che non sa come risolvere. Ilva, Montedison, ThyssenKrupp, Eternit: la Magistratura, forte della sua indipendenza, riesce a far celebrare processi contro questi colossi, tutelando finalmente la salute dei cittadini…”
(Proprio come la combustione del carbone a Vado, nell'ambito di un fascicolo aperto con l’accusa di omicidio plurimo…)

Qui  il video:
http://www.youtube.com/watch?v=_20Ev5u4-vw

“La Costituzione e la Magistratura a tutela della salute contro i colossi che inquinano”

“…per quanto riguarda il diritto alla salute, per esempio una volta si poteva scaricare nelle acque pubbliche tutto quello che si voleva, i veleni più incredibili, e non succedeva niente perché non c’era ancora una legge che lo vietasse – oggi magari nonostante le leggi lo si fa lo stesso ma almeno c’è la legge che lo vieta – o una legge che imponesse i depuratori, finché la magistratura, una parte almeno, quelli che verranno subito definiti “Pretori d’assalto” scoprono la Costituzione, consapevoli della forza che deriva dall’essere indipendenti in forza dei principi scritti nella Costituzione, e allora -dalla pletora delle leggi plenarie del nostro ordinamento- riesumano per esempio una legge che tutela il patrimonio ittico del nostro paese, e cioè che se tu scarichi nel mare o nei fiumi delle sostanze tossiche facendo del male ai pesci commetti un reato.  Un piccolo reato, una contravvenzione, unita con allora poche lire di multa. Un reato, che in quanto reato mette in movimento l’intero meccanismo del processo penale, compresa la possibilità di sequestrare ciò che determina il reato, produce dei danni, per evitare che questi danni siano portati ad ulteriori conseguenze.
Stiamo già parlando dell’Ilva, anche se storicamente parlerò di altri casi… Alcuni Pretori d’assalto una quarantina di anni fa   sequestrarono uno stabilimento Montedison che scaricava in mare fanghi rossi di Scarlino, uno scandalo incredibile perché toccare la Montedison all’epoca era toccare la prima -insieme alla Fiat- potenza economico-politica del nostro paese. 
 Questi pretori, forti della loro indipendenza, applicando la Costituzione in modo da rendere il diritto alla salute non soltanto cosa scritta ma cosa effettiva e reale, sequestra la Montedison e mettono in movimento in progress tutta una serie di cose che porteranno anche alla legge Merlin, la prima legge che prevede obblighi precisi di tutela per la salute pubblica anche attraverso il non inquinamento delle acque pubbliche.
Questo è la forza straordinaria ancora oggi della nostra Costituzione, per quanto riguarda la tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro: diritti scritti che prevedono nel contempo strumenti di presìdio e di tutela di questi diritti, e che in quanto autonomi possono fare ciò che è necessario perché i diritti siano quanto più possibile realizzati nell’interesse di tutti.

Potremmo fare un’infinità di esempi che sono la storia dell’applicazione della nostra Costituzione in tutti questi anni. 
Pensiamo alla ThyssenKrupp o alla Eternit: la magistratura che forte della sua indipendenza riesce a far celebrare processi contro questi colossi mondiali, parliamo di multinazionali potentissime, meglio tutelando finalmente, con terribili ritardi ma certamente non dovuti alla magistratura, la salute dei cittadini in fabbrica e fuori dalla fabbrica, perché per l’Eternit lo sapete tutti sono morte tremila persone ma non soltanto operai che lavoravano in fabbrica, anche persone che in fabbrica non erano mai entrate ma che sono venute a contatto per esempio con gli indumenti che i loro parenti indossavano lavorando in fabbrica che potevano causare malattie e sofferenze fino ad esiti anche letali.
E oggi il caso Ilva e l’inerzia della politica: sono vent’anni che la politica delega alla magistratura problemi che non sa come risolvere o non ha la forza di affrontare cercando delle soluzioni…

La politica costantemente delega alla magistratura i problemi che non sa risolvere ma con un corollario, una sorta di asticella che non viene mai scritta, mai esplicitata, ma idealmente fissata; quando la magistratura oltrepassa questa asticella, nel senso che tocca interessi che del controllo della legalità non ne vogliono sapere, ecco che scoppiano le polemiche furibonde contro la magistratura, esattamente quello che è successo in tutti questi anni per chi si è occupato di queste cose.
È questa capacità della Costituzione -diritti correlati a strumenti autonomi di presìdio dei diritti stessi- che preoccupa ancora oggi certe forze politico-culturali del nostro paese che quindi vedono la Costituzione come un fastidio, come un ostacolo alla migliore realizzazione dei loro interessi, al recupero di quei rapporti di forza che sono precostituzionali e che si è cercato in svariati modi e si cercherà ancora di recuperare andando in contrasto in contraddizione in controtendenza rispetto a quelli che sono gli interessi di tutti i cittadini per privilegiare ancora una volta qualcuno soltanto, quindi per ridare cittadinanza alla parola privilegi istituzionalmente parlando, che sono proprio quei privilegi che la nostra Costituzione ha voluto cancellare fondando la sua architettura sul primato dei diritti uguali per tutti…”

(Procuratore Capo di Torino Gian Carlo Caselli)



Comunicato Ubik

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