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26 gennaio 2013

Ilva di Taranto, i giudici: “Decreto 231 legge ad aziendam.......

Stralcio da Il Fatto Quotidiano

Ilva di Taranto, i giudici: “Decreto legge ad aziendam come quelle ad personam”

di  

La legge “salva Ilva” varata dal Governo Monti “è niente più che una legge ad aziendam, che si colloca nella scia delle leggi ad personam inaugurata negli ultimi venti anni in Italia”. 

È il duro affondo del presidente della Corte d’appello di Lecce, Mario Buffa, che in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ha dedicato (oltre alla copertina della sua relazione) un intero capitolo alla vicenda del capoluogo ionico che sta coinvolgendo, in uno scontro istituzionale che arriverà fino alla Corte Costituzionale, azienda e Governo da una parte e magistratura dall’altra.  

Per il presidente Buffa, dunque, la legge 231 che consente alla fabbrica del Gruppo Riva di tornare a produrre e commercializzare i prodotti già sequestrati come corpo del reato è “una legge che riconsegna lo stabilimento a coloro che fingevano di rispettare le regole di giorno e continuavano ad inquinare di notte......

Il magistrato a capo del distretto che comprende Lecce, Brindisi e Taranto non risparmia la politica: “Può avere anche ragione il ministro Passera a definire irreparabile, con un aggettivo così radicale, il danno che deriverebbe non solo a Taranto, ma forse all’intera economia nazionale, dal blocco definitivo dell’attività dello stabilimento.
 Ma un danno irreparabile purtroppo si è già verificato e sono i morti, i malati di tumore e di leucemia che hanno funestato finora un’intera città”. E infine sul conflitto che si è creato tra poteri dello Stato ha spiegato che “ancora una volta la magistratura si è trovata da sola a dover far fronte ad un problema di proporzioni enormi, che altri con la sua indifferenza e negligenza ha lasciato ingigantire” con un chiaro riferimento ai legami tra politica, istituzioni e azienda emersi che grazie al lavoro della Guardia di finanza di Taranto che ha condotto l’indagine denominata “ambiente svenduto” .


“Io voglio solo augurarmi – ha concluso Buffa – che la comunità di Taranto sappia trovare la sua unità, intorno a questo problema; che si renda conto quanto sia assurdo contrapporre il diritto al lavoro al diritto alla salute, di quanto cinismo ci sia nello slogan che è stato gridato nelle piazze secondo cui di tumore si potrà morire in futuro ma con la perdita del lavoro si può morire subito.

I cittadini di Taranto hanno diritto di lavorare e di non vedere sacrificato oltre, il diritto dei loro figli di crescere in un ambiente sicuro per la loro salute” e ha chiesto alla comunità di essere uniti perché “l’avversario è forte anche se non invincibile, è forte perché è riuscito a farsi fare in brevissimo tempo una legge che ha bloccato per ora, fino a quando la Corte Costituzionale non si sarà pronunciata sulla sua legittimità, l’azione dei giudici”, ma nonostante questo “la magistratura sarà al loro fianco e farà fino in fondo il suo dovere di presidio della legalità, che non si arresterà di fronte ad un decreto che sembra privilegiare solo le ragioni dell’impresa, autorizzata a continuare a produrre, senza una immediata rimozione delle fonti di inquinamento, in una situazione di attuale e concreto pericolo, che non può essere eliminata per decreto”.

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