Non che ci sorprendano tali dati, ma nemmeno pensavamo a casi di queste
proporzioni. Il numero chiave oggi è 1.100, ed è il numero di impianti industriali
che sono potenzialmente bombe pronte ad esplodere, con conseguenze
anche peggiori di quelle dell’ILVA. Si tratta di strutture in cui si
lavorano materiali pericolosi che, seppur costruite in
sicurezza e secondo la legge, risultano piuttosto sconosciute ai
cittadini che in quegli stessi Comuni ci vivono.L’associazione ambientalista ha voluto indagare sul tasso di conoscenza e
sulla preparazione alle emergenze, ed il quadro che ne è risultato dal
dossier Ecosistema rischio Industrie è stato preoccupante.
Un deficit di informazione grave. Preparare i piani di emergenza senza
coinvolgere in maniera adeguata la popolazione che vive attorno
all’impianto significa ridurre fortemente il livello di sicurezza.Continua su Ecologiae
ECOSISTEMA RISCHIO INDUSTRIE
Dossier sui comuni italiani in cui sono presenti insediamenti a rischio d’incidente rilevante
Gli insediamenti industriali che trattano sostanze potenzialmente pericolose, quali impianti chimici,petrolchimici, depositi di gpl, raffinerie o depositi di esplosivi o composti tossici, possono costituire un rischio per l’ambiente e la popolazione.
In caso d’incidente o di malfunzionamento dell’impianto, infatti, la presenza di tali sostanze può contribuire a causare incendi, contaminazione dei suoli e delle acque o nubi tossiche.
Con il progetto Ecosistema rischio 2011, campagna nazionale di monitoraggio, prevenzione e informazione per la mitigazione dei rischi naturali e antropici, Legambiente e Dipartimento
della protezione civile hanno realizzato un’indagine volta a focalizzare l’attenzione su alcuni temi legati alla sicurezza dei cittadini e alla tutela dell’ambiente nei comuni italiani dove sono presenti insediamenti a rischio d’incidente rilevante.
L’indagine mira a verificare la realizzazione da parte dei comuni delle attività finalizzate alla corretta e costante informazione dei cittadini, sia sul rischio d’incidente, sia per quanto riguarda i comportamenti da adottare per rimanere in sicurezza in caso di emergenza.
Lo studio prende in considerazione la realizzazione o la partecipazione da parte della amministrazioni comunali a
periodiche esercitazioni, anche con il coinvolgimento della popolazione, il recepimento da parte dei comuni delle informazioni contenute nei Piani d’Emergenza Esterni (PEE) redatti dalle competenti Prefetture e una corretta pianificazione urbanistica che tenga conto del rischio.
Nel Decreto si prendono in considerazione la probabilità e la possibilità che le conseguenze di un incidente rilevante possano essere accresciute a causa del luogo, della vicinanza tra loro di più stabilimenti o delle sostanze presenti (il cosiddetto effetto domino).
Riportiamo solo alcune immagini tratte dal documento
Guardate la Liguria!!!!!
IL COMUNE DI QUILIANO HA RISPOSTO IL COMUNE DI VADO PAREBBE DI NO....
LE TABELLE SONO SIGNIFICATIVE
Considerazioni di "Uniti per a Salute"
Considerate che nel fazzoletto di terra,compreso tra i Comuni di Vado Ligure e di Quiliano, c'è da oltre quarant'anni una centrale a
carbone..... e dal 2007 un ulteriore gruppo a ciclo combinato a metano.(La Tirreno Power ci risulta che dal 2012 é considerata a rischio incidente rilevante).
Considerate che su questo stesso esiguo fazzoletto di terra vi sono ,sempre in mezzo alle case, anche due depositi di idrocarburi,la Sarpom e la Petrolig, una ditta di addittivi come l'Infineum ed una ditta per il trattamento dello Zinco come la Zinox .
La Sarpom ,l' Infineum , la Petrolig , la Zinox ed anche la Tirreno Power per le problematiche connesse con i materiali trattati,sono industrie a rischio incidente rilevante , soggette quindi alla legge Seveso e sono posizionate in mezzo alle case di questo fazzoletto di terra densamente abitato.
I CITTADINI SONO CORRETTAMENTE ED ADEGUATAMENTE INFORMATI
E TUTELATI DAI POTENZIALI RISCHI?
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