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29 aprile 2013

Industrie, territorio energia e cemento. Serve la svolta verde e ....diritti di cittadinanza ambientale

Tratto dall' Unità

Industrie, territorio energia e cemento. Serve la svolta verde

 Perché i diritti di cittadinanza ambientale sono, appunto, diritti. Emergenti e non negoziabili.

su Scienza e società    Autore: Pietro Greco

Non è impresa facile quella cui è chiamato Andrea Orlando, nuovo ministro dell’ambiente.

Perché prima ancora che mobilitare risorse ed emanare decreti, dovrà creare una cultura ecologica che in Italia non ha mai brillato 

E lo dovrà fare in tempi di «decrescita infelice».

Impresa, dunque, difficile. Ma non impossibile, se saprà coniugare la teoria del governo dell’ambiente alla soluzione di alcuni problemi concreti. 

 Il progetto teorico si dovrà basare sia sul riconoscimento sistematico della priorità assoluta che hanno i vincoli ambientali– anzi, i vincoli dell’ambiente e della salute – sia sulla capacità di trasformare i vincoli ambientali in leva per lo sviluppo civile ed economico.
Perché la trasformazione dei vincoli ambientali in leve di sviluppo dovrà concretizzarsi nella soluzione di almeno quattro problemi molto concreti... 
1. Il primo è l’inquinamento industriale. I fatti recentissimi e ancora aperti di Taranto e Bagnoli ci ricordano che, nel nostro Paese, ci sono ancora molte industrie che inquinano e molti siti industriali dismessi che attendono di essere bonificati. Occorre abbattere drasticamente l’inquinamento industriale............La grande sfida oggi è «fare meglio, inquinando meno». Chi la vince, aumenta la sua competitività e non la diminuisce.
In secondo luogo occorre procedere – in assoluta trasparenza e con controlli da parte di autorità terze – alla rapida e sistematica bonifica dei siti industriali dismessi (e di ogni altro luogo) e fortemente inquinati.....

2. Il secondo problema da risolvere è contrastare il dissesto idrogeologico. Il territorio del nostro Paese è geologicamente debole. Soggetto per natura a frane e inondazioni. Di recente la frequenza degli eventi di dissesto idrogeologico sono aumentati a causa del combinato disposto dei cambiamenti climatici e della sempre più scarsa tutela del territorio. Occorre invertire radicalmente la rotta, perché ogni anno paghiamo un conto sempre più salato......

3. Modificare il paradigma energetico del Paese e raggiungere le avanguardie mondiali nella lotta ai cambiamenti climatici.

Significa favorire il passaggio rapido dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili e «carbon free». .......Occorre continuare a puntare sulle alternative, ma attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie prodotte in Italia.

4. Occorre infine una nuova politica edilizia. Basta, nel modo più assoluto, con la cementificazione del territorio. Contrasto senza quartiere all’abusivismo. Ma anche sviluppo di un’edilizia che riqualifichi le strutture esistenti......
 

Per fare tutto questo e altro ancora occorre un nuovo approccio culturale: favorire, non temere e/o contrastare e/o aggirare, la grande voglia di partecipazione dei cittadini alla gestione dell’ambiente. Perché i diritti di cittadinanza ambientale sono, appunto, diritti. Emergenti e non negoziabili. 

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