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26 luglio 2013

Maria Rita d' Orsogna:Energia solo da fonti rinnovabili, che fa l’Italia mentre il mondo si sfida?

Tratto da Il Fatto Quotidiano

Energia solo da fonti rinnovabili, che fa l’Italia mentre il mondo si sfida?

“The technology is in place; anyone who tells you we can’t bring about a system
based on 100% renewable energy sources right now
 probably acts out of vested personal interest.”
La tecnologia esiste.
Chiunque vi dice che non si puo’ creare
un sistema basato al 100% sulle energie rinnovabili probabilmente agisce sulla base di interessi personali. 
Timon Meyer, Senior Advisor, Clean Tech Business Park, Berlin

Abbiamo investito in modo dissennato nelle energie rinnovabili, eravamo ubriachi?  
Paolo Scaroni, Amministratore Delegato,  Ente Nazionale Idrocarburi

It always seems impossible until it’s done
Nelson Mandela

In Italia la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è stata del 24.5% nell’anno 2011, un buon risultato se si pensa che in Germania invece la quota di energia elettrica da rinnovabili nell’anno 2012 è stata del 23%.  Ci sono altre realtà in cui è stato fatto anche di meglio: in Spagna al 2009 erano arrivati al 35%, in Svezia al 2012 la quota prodotta e’ stata del 48%, in Portogallo nel 2010 invece si era al 50%.  In Norvegia – la patria del petrolio – la produzione di elettricità da rinnovabili è al 99%, grazie all’energia idroelettrica e così pure in Islanda dove siamo invece al 100% grazie ad un mix fra geotermico ed idroelettrico.
E la tendenza a produrre energia in modo sostenibile non riguarda solo i paesi occidentali: in Perù lo sviluppo di energia rinnovabile è stato dichiarato priorità nazionale, in India lo stato del Gujarat sta seguendo un programma aggressivo di solarizzazione,  e così pure in Marocco e finanche in Arabia Saudita.
Ma non è tanto lo status quo quello che è veramente importante quanto l’idea che il futuro non è più carbone, petrolio, fracking e buchi-buchi-buchi. Questa era l’energia del 20esimo secolo, quando non sapevamo fare di meglio che massacrare madre natura.
Sono passati cento anni, il petrolio ha segnato per molti versi anche in positivo un’era – quella dell’automobile, del volo aereo, del benessere diffuso – ma ha portato con sé, è innegabile, tanti problemi. Inquinamento, giochi politici, speculazioni finanziarie e non da ultimo i cambiamenti climatici.
Il futuro è allora rendersi conto che non dobbiamo per forza continuare su questa strada. Che le alternative ci sono, e che se le cerchiamo e le vogliamo, si può transizionare dalla melma petrolifera al sole, al vento e all’acqua, e che questo non vuol dire tornare alle caverne.
 Ci vuole solo il coraggio, e la voglia di andare incontro al 21esimo secolo invece che restare aggrappati a modelli vecchi e superati.
Non è un caso che in tutto il mondo inizia a germogliare l’idea del 100% da rinnovabili.
La Svezia l’ha già annunciato: essere la prima economia mondiale oil-free nel 2020. Si, oil free, programmano di sostituire anche la benzina con carburante da fonti rinnovabili. Ci riusciranno, non ci riusciranno? Non lo sappiamo. 
 Intanto si sono posti questo obiettivo, ambizioso e di ispirazione per tutti. Anche la Scozia ha annunciato di voler generare il 100% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2025, mentre la Danimarca ha in programma di dire adios a tutte le fonti di energia fossile nel 2050. Last but not least, le Filippine che il giorno 8 Luglio 2013 hanno annunciato di volere arrivare al 100% di energia da fonti rinnovabili nei prossimi 10 anni.
Il campo delle rinnovabili è in piena espasione, i costi diminuiscono, le tecnologie migliorano. 
Dal canto suo, International Energy Agency afferma che entro il 2016 l’energia rinnovabile supererà quella prodotta dal gas e sarà il doppio di quella prodotta dal nucleare, diventando la seconda fonte elettrica dopo il carbone.  Fra quattro anni, non fra quaranta!
L’impeto verso le fonti di energia rinnovabili portano con sé anche mille altre opportunità imprenditoriali, e di ricchezza diffusa: ad esempio a Berlino nel 2015 nascerà il CleanTech Business Park, 90 ettari per ricerca e sviluppo di progetti di energia verde: conservazione e stoccaggio, design e produzione. Sarà il più’ grande complesso industriale di Berlino.
Se avessimo un po’ di coraggio e di lungimiranza in Italia, smantelleremmo l’Ilva di Taranto, faremmo bonifica e pulizia, riqualificheremmo tutti gli operai, inviteremmo le migliori menti del mondo e lo faremmo qui il Clean Tech Italia.

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