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14 marzo 2014

1) Su IL SECOLO XIX L'ORDINANZA del GIP FIORENZA GIORGI. 2) LaStampa:TIRRENO POWER, LE CARTE DEL DECRETO DI SEQUESTRO: «PRESCRIZIONIVIOLATE SISTEMATICAMENTE DALL’AZIENDA»

Su  Il Secolo XIX e'  pubblicato il link  per leggere l'ordinanza del  Gip Fiorenza Giorgi.
Nelle quarantacinque pagine del decreto ci sono i dati raccolti dai periti nominati dalla Procura di Savona e il lavoro investigativo dei procuratori Francantonio Granero e Chiara Maria Paolucci. 
Quello che sembra aprire nuovi scenari sono l’analisi e la sintesi di Fiorenza Giorgi, il giudice per le indagini preliminari che due giorni fa ha messo la firma sulle 45 pagine del decreto di sequestro preventivo . Giudizi  netti
 Chi volesse leggere l'ordine di sequestro

ecco il link 

Da una prima lettura ci sono  aspetti veramente eclatanti per chi vuole essere adeguatamente informato sulla problematica che ha portato al sequestro della centrale e  sugli aspetti che emergono sul rispetto delle norme e su chi doveva farle rispettare.
  Consigliamo a tutti i cittadini  consapevoli una  attenta ed istruttiva lettura.
Riportiamo nuovamente il link e le prime due pagine 





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Tratto  da La Stampa
 TIRRENO POWER, LE CARTE DEL DECRETO DI SEQUESTRO: «PRESCRIZIONI VIOLATE SISTEMATICAMENTE DALL’AZIENDA»

“Uno specchietto per le allodole”

Il gip Giorgi: senza la promessa di un nuovo gruppo l’Aia non sarebbe mai stata concessa
Le ciminiere della centrale spente ormai da alcuni giorni

















Secondo il giudice Fiorenza Giorgi, il magistrato che martedì scorso ha sequestrato i gruppi a carbone della centrale elettrica di Vado Ligure,Tirreno Power avrebbe ottenuto dal ministero dell’Ambiente un provvedimento di Aia (l’autorizzazione integrata ambientale, grazie al quale ha continuato a operare dal 5 gennaio 2013) «estremamente vantaggioso e frutto di un sostanziale compromesso» in cambio della costruzione di un nuovo gruppo a carbone «che si presenta come meramente ipotetica, priva di qualsivoglia garanzia da parte del gestore». 

In altre parole, rileva il giudice, «sembra essersi trattato del tipico specchietto per le allodole». È uno dei concetti espressi nel decreto richiesto dalla Procura di Savona per fermare l’attività dei gruppi a carbone che, secondo pm e gip, «con la violazione programmatica da parte dell’azienda delle regole di prudenza e corretta gestione dell’impianto, non fanno che incrementare, giorno dopo giorno, le proporzioni del disastro».  
Quarantacinque pagine in cui il gip Fiorenza Giorgi non solo motiva il dispositivo di sequestro, ma nelle quali spiega, raccontando anche come sono stati condotti, i risultati degli studi dei consulenti. In mezzo a numeri e tabelle, che tracciano un bilancio delle persone colpite da patologie, dei valori superati, il giudice del tribunale di Savona inquadra nel dettaglio quali sono le responsabilità attribuite a Tirreno Power. Le «colpe» che, secondo la Procura, bastano per affermare che il danno ambientale e alla salute è provocato dalla centrale. 
E così il gip, «alla luce delle motivate e condivisibili argomentazioni addotte nella consulenza epidemiologica ed in quella ambientale», parla di una raggiunta «certezza processuale» del nesso di causalità tra l’evidenziato aumento di morbilità e mortalità e l’esercizio della centrale».  

Nel dispositivo di sequestro si punta il dito sull’«abnorme ritardo (pari ad oltre cinque anni) nella conclusione del procedimento amministrativo volto al rilascio dell’Aia ha di fatto consentito a Tirreno Power di esercitare attenendosi ai limiti emissivi previsti dai pregressi - ed assai risalenti - provvedimenti autorizzativi, senza vincolare il gestore alle Bat (le migliori tecnologie disponibili, ndr)». «Le indagini espletate - si legge ancora nel provvedimento - hanno consentito altresì di chiarire che la società non avrebbe potuto ottenere il rilascio dell’Aia con la previsione delle condizioni in essa contenute, se non avesse prospettato la realizzazione di un nuovo gruppo a carbone, VL6, con caldaia supercritica, della cui realizzazione non c’è peraltro alcuna garanzia». 

Una delle contestazioni mosse a Tirreno Power, oltre a quella sull’installazione non corretta dello Sme (la centralina di monitoraggio imposta dall’Aia), è quella relativa al parco carbone. Per il giudice Giorgi il gestore «ha sistematicamente violato le prescrizioni impostegli sulle emissioni e non ha nemmeno adottato un’altra misura, l’unica veramente adeguata a contenere l’inquinamento diffuso derivante dal trasporto e dallo stoccaggio del carbone, e cioè la copertura del parco carbone, informalmente e pressantemente richiesta dalle amministrazioni locali e regionali».  
Una struttura che sarebbe stata da realizzare entro il marzo 2015 («termine che non potrà essere rispettato - scrive il gip - non risultando ancora avviati i lavori»).  
Sui valori limite a Tirreno Power si contesta di non aver puntato sull’utilizzo dei sistemi che avrebbero garantito il minor impatto possibile: «In definitiva, seppure non sia possibile affermare, che il gestore abbia violato i valori limite di emissione previsti dalla legge, va tuttavia rilevato che l’esercizio della centrale è stato caratterizzato da una sistematica violazione delle prescrizioni imposte nei provvedimenti autorizzativi sotto gli ulteriori aspetti e dall’adozione di inadeguate soluzioni tecniche in merito al contenimento delle emissioni diffuse.

Condotta certamente correlata causalmente al danno ambientale e sanitario evidenziato e al pericolo per la pubblica incolumità».  

MARCO RAFFA

Ancora alcune immagini tratte dai quotidiani di oggi



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