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28 marzo 2014

Tirreno Power, la Procura di Savona indaga sui consumi di olio e carbone

Tratto da La Stampa

Tirreno Power, la Procura indaga sui consumi di olio e carbone

L’Arpal: i valori sulle immissioni in atmosfera tra ’95 e 2005 non sono effettivi, ma modelli matematici

Una centralina di monitoraggio dell’aria

SAVONA
Olio combustibile e carbone. Centinaia di migliaia di tonnellate consumate nel corso degli anni dalla centrale. Sono gli indicatori che secondo i magistrati della Procura di Savona protrebbero diventare utili se non addirittura strategici per valutare l’impatto delle emissioni di Tirreno Power in atmosfera e nel mare. I registri di carico e le fatture di approvigionamento delle materie prime sono oggetto di indagini da parte della Procura: una sorta di studio di settore per verificare, dai quantitativi di combustibile utilizzato, la corrispondenza tra le emissioni dichiarate nel corso degli anni e quelle realmente uscite dalle ciminiere e dai condotti di raffreddamento a mare della centrale. 

Il tema delle emissioni è come non mai all’ordine del giorno specie dopo che, sulla base della banca dati «immissioni in atmosfera» presente sul sito della Regione Liguria, fonti vicine all’azienda hanno rilevato come dal 1995 al 2005 tutti i valori inquinanti, dalle polveri sottili agli ossidi di zolfo e di azoto, siano drasticamente diminuiti, addirittura del 93 per cento per le polveri 10 micron. 
Peccato però, come hanno fatto presente gli ambientalisti di «Uniti per la salute», i dati per gli anni 1995, ’91, ’99 e 2005 presenti sul sito non possano provenire dalle centraline sul territorio visto che ancora nel 2006, come risulta dal «Piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria» pubblicato dalla Regione, in tutta la Liguria erano attive soltanto tre centraline in grado di rilevare le polveri 10 micron, e tutte a Genova (Brignole, Quarto e piazza Masnata). Non solo: nel 2006 nessuna centralina era in grado di rilevare le polveri 2,5 per le quali però il sito della Regione riporta fior di tabelle divise per anni e persino per Comuni. Come è possibile? E soprattutto, quale attendibilità hanno quei dati?  

Una prima risposta, che quanto prima dovrebbe essere inserita sullo stesso sito della Regione, è arrivata ieri dall’Arpal. «L’inventario delle emissioni è basato su modelli matematici su base statistica che, per ogni sorgente, collegano indicatori di attività a fattori di emissione: per una centrale elettrica sono considerati, fra gli altri elementi, quantità di energia prodotta, tipo di combustibile (carbone, metano, etc), tecnologia utilizzata; per il traffico la tipologia del parco veicolare (auto, moto, camion, euro 1, 2, etc), la percorrenza, la pendenza, etc. Per alcune sorgenti puntuali, come nel caso di Tirreno Power, l’inventario confronta i valori teorici con quelli dichiarati dai gestori dell’impianto e, in caso di compatibilità, utilizza questi ultimi». 

Affermazione che sorprenderà più d’uno visto che proprio sull’attendibilità dei dati dichiarati dal gestore sia i magistrati della Procura di Savona che il giudice che ha sequestrato l’impianto hanno sollevato molti dubbi. Basati anche sulle dichiarazioni al pm del dirigente del settore ambiente della Regione, Gabriella Minervini (maggio 2012, pagina 29 del decreto di sequestro): «La rete delle centraline di rilevamento viene gestita da Tirreno Power e non viene calibrata secondo gli standard previsti dalla recente normativa». 
Il giudice concludeva: «Anche gli accertamenti compiuti di recente inducono a propendere per l’inattendibilità dei dati registrati dal gestore attraverso lo Sme, sistema di monitoraggio delle emissioni, installato presso la centrale».  

Sequestro Tirreno Power, lunedì il ricorso davanti ai giudici del Riesame
... ricorso presentato dagli avvocati del capo centrale di Tirreno Power Pasquale D'Elia contro il sequestro dei gruppi a carbone dell'impianto di Vado.

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