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22 aprile 2014

Centrale: ora , dopo lo stop ai gruppi a carbone,la Regione vara la "sua "consulenza.

            Immagine tratta da La Stampa  di oggi .


Tratto da La Stampa

Centrale: ora la Regione vara la “sua” consulenza

Ecologisti sul piede di guerra: Osservatorio inutile, tardivo e di parte
Altre polemiche per Tirreno Power

SAVONA
Mentre da una parte la Procura della Repubblica di Savona, sulla base di una consulenza tecnica (sia pure «di parte») che ha richiesto due anni di lavori, ha indagato cinque persone per disastro ambientale doloso e sequestrato gli impianti a carbone di Tirreno Power, dall’altra la Regione Liguria, con una nota stampa diffusa ieri - giorno di Pasquetta - informa di aver varato, con San Martino e Ist «un progetto di sorveglianza ambientale e sanitaria fra le popolazioni di Savona, Vado e Quiliano». 
La notizia, che ieri ha scatenato le reazioni degli ambientalisti anti-carbone, era in un certo senso attesa perché lo studio epidemiologico sulle ricadute per la salute nei 12 Comuni soggetti alle ricadute della centrale (ci sono anche Varazze, le Albisole, Celle, Spotorno, Stella, Noli, Bergeggi e Vezzi Portio) è uno dei compiti dell’Osservatorio previsto da una delibera regionale del settembre 2012 e insediato il 4 aprile 2013. «L’Osservatorio persegue, tra l’altro, l’obiettivo di monitorare, analizzare e valutare sia i livelli degli inquinanti che i dati epidemiologici della zona, mantenendo tempestivamente informata la popolazione locale». Era un passaggio della delibera, che però - secondo gli ambientalisti - risultava già allora, e tantopiù oggi con l’inchiesta della magistratura e il sequestro degli impianti, quantomeno anacronistico.  
Già da qualche mese infatti gli ecologisti savonesi avevano bollato l’Osservatorio per la salute «inutile, tardivo, non indipendente e gestito in modo non trasparente». Secondo la rete anti-carbone, infatti, «l’aver attivato un osservatorio “dopo” aver appena approvato un ampliamento di una centrale a carbone e non “prima” di qualsiasi iter autorizzativo per verificare le reali condizioni ambientali e sanitarie», era «una gravissima violazione delle principali norma sanitarie e ambientali a tutela della cittadinanza». All’epoca veniva contestato pure che a dirigere l’osservatorio fosse stata chiamato il direttore generale del Dipartimento ambiente della Regione, Gabriella Minervini, «che proprio in questo ruolo è stata tra i principali artefici dell’iter autorizzativo di questo devastante progetto di ampliamento».  
Contestate anche le procedure «accentratrici, rigide e di grande riservatezza» predisposte nella gestione dell’Osservatorio. Insomma, bocciatura totale. Con una considerazione in più: al di là delle metodologie esposte nella nota della Regione (valutazioni sugli inquinanti, indagine epidemiologica su morti e ricoveri, «coorte di popolazione», «modellizzazione» e quant’altro), è forte la sensazione che lo studio che ci si appresta a varare possa essere alla fine un «doppione» di quello realizzato tra 2011 e 2013 per conto della Procura e che ha già sortito indagati e sequestri.  


                           
 Immagini tratte da Il Secolo XIX




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