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30 luglio 2014

1) Savona -11 Marzo 2014 disposto il sequestro preventivo della centrale Tirreno Power. 2) Cos'è lo SME?

 Per  la fondamentale importanza dei suoi  contenuti ........ riportiamo integralmente le considerazioni  finali del decreto di sequestro preventivo del Gip Fiorenza  Giorgi  dell' 11 marzo 2014


...........Quanto sopra rilevato circa il fumus commissi delicti, in ordine al periculum in mora, si osserva quanto segue.
E’ stato ampiamente evidenziato nei paragrafi che precedono, che la condotta tenuta dalle società che si sono succedute nella gestione della centrale di Vado Ligure (“Interpower S.p.A.” e “Tirreno Power S.p.A.”) è stata costantemente e sistematicamente caratterizzata da reiterate inottemperanze alle prescrizioni, sia negli anni antecedenti al rilascio dell’AIA, sia nel periodo successivo al rilascio della stessa.
In altre parole, appare dimostrato che il gestore, in tutti questi anni e fino alla data odierna, ha sempre fatto quello che gli tornava più vantaggioso, il tutto nella neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo, e che lungi dal sanzionare le dette inottemperanze, hanno ritardato in modo abnorme l’emissione dei dovuti provvedimenti ed emesso alla fine una AIA estremamente vantaggiosa e frutto di un sostanziale compromesso in vista della costruzione di un nuovo gruppo a carbone che si presenta come meramente ipotetica, non preoccupandosi da ultimo di imporre l’adempimento delle prescrizioni in ordine alla collocazione dello SME.
Non si può poi dimenticare - ed anzi è l’elemento di maggior rilievo - che il reato contestato prevede, come sua ipotesi sicuramente più grave, l’ingente danno alla salute provocato dal dimostrato aumento del ricoveri ospedalieri e del numero dei decessi riconducibile direttamente alla presenza della centrale.

Alla luce delle considerazioni sopra svolte riguardo a tali problematiche, è evidente che il prolungarsi, giorno dopo giorno, di una programmatica violazione delle regole di prudenza e di gestione corretta dell’impianto, rispetto non soltanto alle MTD (acronimo italiano che definisce le migliori tecniche disponibili, in inglese BAT), ma persino alle imposizioni di estremo accomodamento e favore per le finalità produttive imposte dalle pubbliche Autorità, non fa che incrementare, giorno per giorno, le proporzioni del disastro.
Senza contare che, accanto al danno alla salute in senso stretto e al danno ambientale, vi è anche un profilo economico che consente di valutare sotto tale aspetto le ricadute e le dimensioni del disastro (e che il consulente tecnico Dottor FRANCESCHI, avvalendosi dei parametri definiti dall’Agenzia Europea per l’Ambiente – EEA - nel rapporto tecnico n. 15/2011 “Revealing the costs of air pollution from industrials facilitis in Europe” , ha calcolato, per gli anni presi in esame dalla consulenza epidemiologica, in relazione ai ricoveri e decessi, in Euro 746.988.732 sulla base del modello matematico ed in Euro 894.197.656 sulla base del modello a recettore).
Le osservazioni che precedono inducono a ritenere che la libera disponibilità, da parte degli indagati, dell’impianto industriale, quantomeno nelle sue componenti ad olio combustibile e carbone (risulta estraneo al procedimento il gruppo funzionante a gas) e quindi delle fonti di emissioni descritte, potrebbe determinare l’aggravamento o comunque la protrazione del reato.

Nessun dubbio che si tratti di un pericolo attuale e concreto, alla luce delle plurime violazioni delle prescrizioni contenute nell’AIA e nei titoli autorizzativi precedenti descritte nella parte motiva.


Per quanto premesso è assolutamente necessario disporre il sequestro preventivo, indispensabile per interrompere la condotta criminosa attraverso la cessazione dell’attività dei gruppi a carbone VL3 e VL4 (ferma restando l’irrilevanza, nel presente procedimento, del gruppo VL5).

Tenuto conto della pregressa condotta della società che gestisce l’impianto, la quale, a parte le altre inottemperanze, non ha provveduto nei termini stabiliti dall’AIA alla collocazione dello SME ed alla calibratura del medesimo (tant’è che i dati del sistema di controllo non appaiono attendibili), la scrivente non ritiene sufficiente ai fini di cui sopra autorizzare la prosecuzione dell’attività dei gruppi a carbone subordinandola  alla installazione di un sistema SME che consenta di controllare la riduzione ed il mantenimento delle emissioni nei limiti delle MTD.
Appare infatti assai probabile (per non dire certo) che il gestore, non diversamente da quanto ha fatto sino ad oggi, cerchi in ogni modo di rinviare sine die l’adempimento richiesto, in tal modo vanificando l’esigenza (che il sequestro vuole soddisfare) di ridurre le emissioni pericolose dell’impianto, scongiurando il protrarsi del danno per l’ambiente e la salute.
Peraltro, ove la “Tirreno Power S.p.A.” provvedesse all’installazione di un sistema di controllo adeguato, da calibrare e monitorare ad opera di uno o più tecnici nominati da questo Giudice, ai quali andrebbe anche affidato il compito di accertare, attraverso i controlli giornalieri dello SME, che i gruppi a carbone VL3 e VL4 siano gestiti in modo da mantenere le emissioni nei limiti delle MTD, potrà provvedersi al dissequestro dei detti impianti.
P. Q. M.
Letto l’art.321 C.P.P.
DISPONE
il sequestro preventivo dei gruppi VL3 e VL4 della Centrale termoelettrica “Tirreno Power” di Vado Ligure.

Savona, 11 marzo 2014.
IL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
(Dottor Fiorenza GIORGI)


Tratto da Arpa Lombardia

Sistema di Monitoraggio in continuo delle Emissioni (SME)

Cos'è lo SME?
Da che cosa si compone uno SME?
Il sistema SME è caratterizzato in generale da una gruppo di campionamento dell’effluente gassoso a camino (sonda, linea di trasferimento, eventuale sistema di condizionamento e analizzatori), da un insieme di ulteriori sensori remoti (segnali di impianto e parametri caratteristici dei fumi), da un sistema dedicato all’acquisizione e salvataggio su file dei segnali di tali dispositivi e da un software di trattamento dei dati (validazione, elaborazione successive, archiviazione ed eventuale trasmissione degli stessi). 
Quali informazioni rende disponibili l’installazione di uno SME?

L’installazione di un sistema SME su un camino di un’azienda consente di misurare in continuo (ovvero istante per istante) e quindi di conoscere i valori di concentrazione degli inquinanti soggetti a limiti in uscita dal camino che quindi vanno a disperdersi in atmosfera e di altri parametri caratteristici dei fumi (temperatura, pressione, umidità, …) e di funzionamento dell’impianto (condizioni di esercizio, energia prodotta, …). 

Perché lo SME è una tematica di notevole interesse ambientale?
Viene da se capire la valenza ambientale e le implicazioni che la presenza di un sistema SME installato a presidio di un’emissione industriale comporta; tale sistema consente infatti di ricavare una notevole serie di dati che consentono di avere una conoscenza approfondita della emissione non solo in termini di concentrazioni degli inquinanti (da rapportare quindi ai corrispettivi valori di soglia autorizzati) ma, tramite la misura della portata, anche di flussi di massa (quantità di uno specifico inquinante emesse dal camino su un dato orizzonte temporale) oltre a consentire il monitoraggio costante delle emissione anche in situazioni diverse dal “normale” funzionamento (stati transitori quali avvii e spegnimenti, oppure stati di avaria/guasto). 



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