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06 dicembre 2014

AIA TIRRENO POWER : Comunicato congiunto Greenpeace, Legambiente e WWF

Tratto da ambienteambienti
GreenpeaceLegambiente e WWF 
soddisfatte ma con riserva rispetto alla decisione della Conferenza dei Servizi, che sembrerebbe aver sancito il rispetto delle normative vigenti in materia di emissioni in atmosfera per quanto concerne la concessione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale alla centrale termoelettrica di Tirreno Power a Vado Ligure.
Le associazioni ambientaliste accolgono favorevolmente quanto deliberato ma per esprimere piena soddisfazione si riservano di leggere i documenti ufficiali licenziati dalla Conferenza dei Servizi per comprendere, ad esempio, se lo SME al camino E2 sia stato prescritto. Dal punto di vista tecnico questo dispositivo di misurazione delle emissioni, infatti,  risulta essere l’unico in grado di garantire un adeguato ed affidabile sistema di valutazione della qualità delle emissioni.
«Se Tirreno Power non ritiene possibile conformare la centrale di Vado Ligure ai migliori standard è bene che quell’impianto, su cui pesano accuse estremamente serie per la mortalità che avrebbe indotto nel territorio circostante, si fermi per sempre», affermano le tre associazioni.
Nel decreto di sequestro dell’impianto, la Procura di Savona afferma di non ritenere  «sufficiente ai fini di cui sopra autorizzare la prosecuzione dell’attività dei gruppi a carbone subordinandola alla installazione di un sistema SME che consenta di controllare la riduzione ed il mantenimento delle emissioni nei limiti delle MTD». D’altra parte, anche la nota ISPRA del 21 febbraio 2014  esprime «la necessità di prescrivere al gestore l’installazione dello SME al Camino E2».
Le centrali a carbone sono gravemente dannose per il clima, l’ambiente e la salute dei cittadini, risultano sempre più inutili anche per il sistema energetico nazionale, caratterizzato da una forte sovra-capacità che costringe gli impianti a funzionare a scartamento ridotto o addirittura a stare fermiSecondo Terna, ad agosto le rinnovabili hanno generato il 48,9% dell’elettricità nazionale e coperto il 45,4% della richiesta elettrica. E infatti, il sistema elettrico italiano non ha risentito affatto della mancata produzione della centrale di Vado Ligure.
Le associazioni sono consapevoli della necessità di accompagnare la trasformazione del sistema energetico nazionale per garantire il lavoro a chi lo perde: evidentemente, troppi errori sono stati fatti in passato e in nessun caso possiamo sottostare al ricatto occupazione o salute. 
La Regione Liguria e il ministero dello Sviluppo economico devono adesso impegnarsi per un piano che punti sull’efficienza energetica e sul settore delle rinnovabili: solo da qui può emergere la possibilità di sviluppo dell’industria energetica italiana e di lavori degni e senza rischio per la collettività.

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