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23 gennaio 2015

PROBLEMATICA TIRRENO POWER .DISASTRO AMBIENTALE:ISTITUZIONI NEL MIRINO.

Immagini tratte da La Stampa di oggi 

DISASTRO  AMBIENTALE. ISTITUZIONI NEL MIRINO.
L' ACCUSA IL DANNO C' E' STATO CHI DOVEVA IMPEDIRLO NON L' HA FATTO.

Sindaci,amministratori regionali dal governatore in giu' ,ma teoricamente anche tutti i colleghi di giunta  che hanno votato le Delibere Pro Tirreno Power . E poi funzionari dei ministeri e tecnici-consulenti dei Comuni inseriti nella commissione IPPC  che ha predisposto il "parere istruttorio",cioè lo strumento tecnico principe  su cui incardinare l' Aia.I partecipanti alle due conferenze dei servizi del 2012 e 2014 che hanno autorizzato, della centrale .
TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE,si fa per dire, nel fascicolo della Procura di Savona.....
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Tratto da Il Secolo XIX

Tirreno Power, sotto inchiesta mezza giunta regionale.

Intanto dopo il governatore della Regione Claudio Burlando, tocca agli amministratori di Vado e Quiliano finire nel registro degli indagati per concorso in disastro ambientale doloso. E la notizia è di quelle in grado di scuotere l’ambiente politico e non della provincia all’indomani della indiscrezione che l’inchiesta sulle presunte conseguenzedell’inquinamento della centrale a carbone sulla salute della gente ha allargato i confini delle responsabilità anche a politici e tecnici dei vari ministeri e organismi di controllo.
I sindaci di Vado e Quiliano, Monica Giuliano (tra l’altro presidente anche della Provincia) e Alberto Ferrando, sono rimasti stupiti, ieri pomeriggio, dalle indiscrezioni che trapelavano dal Palazzo di Giustizia. E come era accaduto per Burlando anche loro non hanno ricevuto alcun avviso di garanzia. Solo nelle prossime settimane dovrebbero ricevere l’avviso di comparire a palazzo di giustizia per l’interrogatorio. E in quel caso chiarire le rispettive posizioni.
«Tempo fa eravamo stati convocati dal Procuratore e avevamo spiegato le procedure seguite – ha commentato il sindaco Giuliano -, ma il fatto di essere indagati ci giunge come una novità. Speriamo che nei prossimi giorni la questione venga chiarita, per adesso non abbiamo ricevuto alcuna informazione in merito».
La notizia è stata accolta con sorpresa anche dal collega quilianese Ferrando, che con l’ex sindaco vadese Attilio Caviglia aveva anche presentato un ricorso al Tar contro la concessione della precedente Autorizzazione integrata ambientale. Paradossale proprio il caso di Caviglia: eletto dal fronte ambientalista nel 2009 risulterebbe iscritto nel registro degli indagati per non aver impedito i danni provocati dall’attività della centrale... 
Caviglia era stato il primo sindaco ad essere sentito dalla procura nei mesi successivi il sequestro dei due gruppi a carbone avvenuto a marzo scorso. Insieme al collega Ferrando erano stati messi al corrente dei risultati più importanti della consulenza di parte su mortalità e morbilità provocati dai fumi della centrale.
Lo scorso autunno poi Ferrando venne nuovamente sentito come persona informata sui fatti dal procuratore e in quella occasione fu la prima volta di Monica Giuliano a rispondere alle domande dei magistrati dopo l’approvazione della nuova Aia secondo i dettami della Regione. In quell’occasione il procuratore chiese conto di quella decisione e su richiesta della stessa Giuliano distribuì a tutti gli enti competenti la tanto contestata consulenza tecnica di parte.
Alla luce di quei nuovi elementi i sindaci di Vado e Quiliano votarono la pratica con modifiche. Resta da capire quali possano essere le contestazioni precise mosse ai tre amministratori locali che, per legge, sono responsabili della salute pubblica
Tra le ipotesi c’è, soprattutto per Caviglia e Ferrando, che la procura sia convinta che i due sindaci sapessero delle misurazioni “a terra” e non a camino praticate dall’azienda e che non si siano attivati per intervenire a favore della salute dei cittadini. Ma restano ipotesi. Per saperne di più bisognerà attendere la tornata di interrogatori che dovrebbe cominciare a febbraio.Qui l'articolo integrale



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