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28 maggio 2015

Comunicato Stampa ISDE- Medici per l’Ambiente. In Sardegna ancora carbone, ceneri, CO2 e emissioni inquinanti.


Comunicato Stampa ISDE- Medici per l’Ambiente Ancora Carbone, ceneri, CO2 e emissioni inquinanti.

Le centrali termoelettriche che impiegano come combustibile il carbone rappresentano una delle principali fonti emissive di pericolosi inquinanti atmosferici con ricadute sanitarie locali che evidenziano incrementi di morbilità e mortalità (da disturbi irritativi a congiuntive, cute e mucose delle vie respiratorie, fino a ad un incremento di tumori a carico di bronchi e polmoni). Va ricordato, a questo proposito, che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione - agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – nell’ottobre 2013, ha inquadrato l’inquinamento atmosferico nel gruppo 1 (cancerogeno certo per l’uomo). Non vanno dimenticate, inoltre, le patologie cardio-vascolari e neurologiche nonché, nei bambini, anche i disturbi dell’apprendimento.

Per i loro elevati coefficienti di emissione di CO2 - a parità di energia prodotta - (fino al 30% in più rispetto a quelle alimentate con derivati del petrolio e fino al 70% in più, rispetto a quelle alimentate a gas), le centrali termoelettriche a carbone sono una tra le principali fonti di emissione di gas clima alteranti, a loro volta alla base del riscaldamento globale. La Sardegna con i suoi 800 grammi di CO2 per KWh affianca India, Cina e Australia tra i principali inquinatori del pianeta e dei suoi ecosistemi.

Esiste, inoltre, il problema dell’enorme volume di ceneri residue della combustione del carbone (3-400 mila tonnellate per milione di tonnellate di carbone bruciate) che contengono isotopi radioattivi (U238 / U 235, Th232 e K40) in concentrazione circa doppia rispetto al materiale di partenza. Queste ceneri, secondo la normativa UE, dovrebbero essere considerate materiali con elevata concentrazione di radionuclidi - i cosiddetti “TENORM” (Technologically-Enhanced, Naturally-Occurring Radioactive Materials) -, ma in Italia e nell’isola vengono avviate in discarica senza nessuna messa in sicurezza o utilizzate nella produzione di cemento.

Desta meraviglia che nel 2015 alla vigilia delle conferenza sul clima di Parigi, la Giunta Regionale proponga la costruzione e l’esercizio di un impianto di cogenerazione alimentato a carbone di potenza termica pari a 285 MWt. Sorprende che ciò avvenga impiegando risorse economiche pubbliche attraverso la newco. EURALENERGY S.p.A, dove oltre al socio privato ( Eurallumina) la società finanziaria della Regione Sardegna partecipa al 40% .


Sconcerta che ciò avvenga nel Sulcis senza che ancora l’assessorato all’Ambiente e alla Sanità abbiano almeno preso in esame le criticità ambientali e sanitarie che caratterizzano questa regione dell’isola fortemente inquinata e compresa all'interno del perimetro di Sito d'interesse nazionale per bonifica (SIN) del Sulcis-Iglesiente-Guspinese. Ancora si attende l’istituzione del registro tumori e l’avvio di efficaci azioni di bonifica prescritte e mai attuate. A Portoscuso l’eccesso di contaminati quali il piombo, cadmio, mercurio e diossine nella catena alimentare ha indotto l’autorità comunale ad emanare un’ordinanza di divieto del consumo di prodotti agricoli e zootecnici locali.

E’ auspicabile che i decisori regionali riconsiderino l’opportunità del progetto stesso, alla luce non solo della VIA (valutazione di impatto ambientale) ma di una accurata VIS (valutazione di impatto sanitario). Si ricorda che la qualificazione giuridica S.I.N. impone categoricamente a tutti gli organi competenti l’osservanza dell’obbligo, posto dalla Direttiva 96/62 CE del 27 settembre 1996, di adottare provvedimenti idonei a conseguire il miglioramento della qualità dell’aria.

Sassari 28 5 20015


Vincenzo Migaleddu

Presidente ISDE Medici per l’Ambiente Sardegna

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