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29 giugno 2015

Energie rinnovabili: senza sussidi pubblici ai combustibili fossili sole e vento costerebbero meno di petrolio e carbone


Fisico, docente universitario, attivista ambientale

Energie rinnovabili: senza sussidi pubblici ai combustibili fossili  sole e vento costerebbero meno di petrolio e carbone

 
E' praticamente una ecatombe. Dalla scorsa estate sono scomparsi oltre 100.000 posti di lavoro nell’oil and gas in tutto il mondo. Il numero di trivelle continua a calare: nello scorso anno solo qui negli Usa mille pozzi sono stati chiusi perché non più economicamente fruttuosi. Ci sono ora “solo” 860 trivelle attive nel paese. Tutte le principali ditte hanno dovuto rivedere i propri progetti di trivellazione, a breve, a medio termine, con licenziamenti, fusioni, vendite, tagli. E questa ecatombe non riguarda solo gli Usa: si parla di licenziamenti nel Regno Unito, recessione in Alberta, Canada problemi di stabilità in Venezuela la cui economia dipende dai petroldollari, mancanza di manutenzione nei pozzi del Brasile.
E poi c’è la scienza – il Papa! -che continuano a ricordarci che i cambiamenti climatici sono veri, e sono una cosa di oggi, fatta da noi, fatta dal troppo pompare e bruciare idrocarburi che ne soffriremo noi, i nostri figli ed il creato intero.
Questo tempo di cambiamenti così radicali per la geopolitica mondiale, e di presa di coscienza a livello cosi capillare, porta con se una opportunità enorme per la nostra generazione e per quelle che verranno. Si può e si deve avere il coraggio di cambiare il nostro modo di generare e di usare energia.
Le rinnovabili corrono, crescono, assieme ai migliori tentativi di migliorare la nostra efficienza energetica, nonostante tutti gli ostacoli seminati da petrolieri, lobby e speculatori  ciecamente aggrappati allo status quo Nonostante tutti i gufeggiamenti, il costo dell’energia sostenibile continua a scendere, ci sono investimenti e progressi nel creare batterie capaci di immagazzinare l’energia in eccesso, i villaggi indiani trovano nuova vita con soluzioni di energia solare low-tech, la Tesla ci fa sognare, la Germania ci mostra la strada maestra, e ogni giorno nei laboratori le migliori menti cercano di fare nuovi passi verso pannelli solari sempre più efficienti.
Non è più una questione di produrre energia, costi quel che costi e distruggi quel che distruggi, quanto invece come fare per gestire il tutto e perfezionare la nostra transizione verso l’energia sostenibile in modo fluido. E’ solo una questione di volontà.. 
E qui è il nocciolo della questione: usiamola questa crisi dei petrolieri del fracking contro quelli dell’Opec per “decidere” di guardare in grande, per programmare oltre le trivelle, e non per aggrapparci ai relitti del passato.
E’ facile: togliamo ogni forma di sussidio ai petrolieri – 550 miliardi di dollari nel 2014 a livello planetario.  Una cifra con troppi zero a ditte che non hanno fatto altro che avvelenare noi, le nostre democrazie, il pianeta.
Proprio oggi esce un rapporto di REN 21, una think tank dedicata al mondo rinnovabile, secondo il quale, tolti i sussidi governativi, il costo dell’energia rinnovabile è minore di quella da fonti fossili.
Sì, il sole e il vento costano meno del petrolio e del carbone, se queste ultime non ricevessero i soldi delle nostre tasse. E nonostante tutto, a livello globale, il 28% dell’energia elettrica generata nel 2014 è stata dalle rinnovabili, che sono raddoppiate in soli dieci anni.
In Italia, secondo Legambiente, regaliamo circa 9 miliardi di dollari ai petrolieri ogni anno. Perché dobbiamo dare i nostri soldi pubblici all’Eni? Alla Schlumberger? Alla Shell? Di cosa esattamente in cambio? Di trivelle e di air-gun nei nostri mari? Di particelle tossiche nei nostri polmoni? Perché tutti questi sussidi non li diamo invece alle rinnovabili, alla scuola, alla sanità, alle opportunità per i giovani invece? Mistero.
Ancora, gli analisti finanziari ricordano che negli anni a venire i costi delle rinnovabili caleranno ancora, rendendole ancora più accessibili. Specie nei paesi in via di sviluppo il solare e il vento a microscala faranno la parte da leone per quanto riguarda i nuovi investimenti, eclissando quelli nel petrolio, carbone e nucleare.
Ecco, io credo che non ci sia un momento più propizio di questo per “voler” cambiare: il supporto pubblico, la tecnologia, i risvolti economici, gli esempi ci sono tutti. E da questo punto di vista l’Italia non manca di niente. Basta solo volerlo ed essere seri. E se veramente lo si vuole, caro Matteo Renzi, se inizia a seminare e a programmare, invece che bucare, ce la facciamo molto prima di quanto lei non possa pensare.

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Tratto da Infobuildenergia

Rapporto REN21, record per eolico e solare fotovoltaico nel 2014

Dalle rinnovabili lo scorso anno il 59% della nuova potenza elettrica installata nel mondo

Il nuovo rapporto presentato nei giorni scorsi della organizzazione REN21, mostra che nel 2014 le rinnovabili a livello mondiale sono cresciute raggiungendo 135 GW di nuova capacità, la capacità totale è salita a 1.712 GW, segnando un + 8,5% rispetto all'anno precedente. Sono 164 i paesi che hanno introdotto target sulle rinnovabili, grazie anche a politiche di sostegno. Per la prima volta negli ultimi decenni grazie allo sviluppo delle rinnovabili l'economia mondiale è cresciuta senza un parallelo aumento delle emissioni di CO2, nonostante l’aumento dell’1,5% del consumo mondiale di energia. Ciò soprattutto grazie ai risultati raggiunti dalla Cina per promuovere una crescita più sostenibile, attraverso efficienza energetica ed energie rinnovabili.

In particolare si legge nel Rapporto, a fine 2014 le rinnovabili contavano per il 27,7% della potenza elettrica mondiale, soddisfacendo il 22,8% della domanda elettrica.

Medaglia d’oro al fotovoltaico che tra il 2004 e il 2014 è aumentato di 48 volte, passando da 3,7 GW ai 177 GW; bene anche l’eolico, passato da 48 a 370 GW.

Solar PV Global Capacity, 2004–2014 



Gli investimenti globali in rinnovabili l'anno scorso sono stati più che doppi rispetto a quelli in combustibili fossili e sono cresciuti del 17% sul 2013, toccando i 270,2 miliardi di dollari, 301 miliardi di dollari se si includono anche idroelettrico e i biocarburanti. Anche l’occupazione nel settore delle energie rinnovabili sta crescendo rapidamente. Nel 2014, si stima che 7,7 milioni di persone in tutto il mondo abbiano lavorato direttamente o indirettamente nel settore.

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