Tratto da Il Fatto Quotidiano
Savona, maxi deposito di bitume al porto “Sarà danno irreversibile per la città”
Pronto a salpare il progetto dello stabilimento a 300 metri dalla darsena: costerà 15 milioni di euro, per una capacità di stoccaggio di 45 mila tonnellate l'anno. A volerlo fortemente l'ex presidente dell'autorità portuale Canavese, oggi manager del gruppo Gavio, lo stesso che costruirà la maxi opera. Interrogazione in consiglio: "Una bomba ad orologeria nel cuore della città turistica".
L’odore di bitume la avverti fino a tre chilometri di distanza. Il diametro di un capoluogo medio di provincia: una città come Savona, per intenderci. Dove a quell’odore acre potrebbero presto farci l’abitudine. Qui, nella capitale italiana delle crociere, sta per salpare anche il progetto di un deposito di bitume in porto, a 300 metri dalla darsena e dal Priamar, la splendida fortezza – costruita tra ‘500 e ‘700 – simbolo della città.
Questa volta a colare non è il solito cemento, ma un mix di idrocarburi allo stato liquido che – secondo gli esperti – produce sostanze chimiche altamente tossiche e potenzialmente cancerogene. Il tutto a due passi dalle grandi navi passeggeri. Da pub e ristoranti, turisti e passeggiate a mare...
A lanciare l’allarme è un’interrogazione depositata nei giorni scorsi da quattro consiglieri comunali appartenenti al Movimento 5 Stelle, al gruppo misto e a due liste civiche. Compatti nel chiedere chiarimenti su un’opera che “rischia di provocare un danno irreversibile per la città e per la salute delle persone – spiega Daniela Pongiglione della lista Noi per Savona – Si tratta di bitume allo stato fuso, che produce idrogeno solforato. Una sostanza mortale se inalata in grandi quantità e tossica anche in piccole dosi, in caso di esposizione prolungata nel tempo”. Non solo. “Siamo di fronte a un materiale altamente infiammabile. Una bomba ad orologeria nel cuore della città turistica”....
“Nove depositi (di cui 3 alti 19 metri) lungo la diga foranea, una movimentazione ipotizzata a regime fino a 400.000 tonnellate annue, con traffico di mezzi speciali per il trasporto di bitume fuso (145°- 165° centigradi) fino a 100 camion e a un treno al giorno”.Per trovare un termine di paragone accettabile, bisogna volare fino al Nuovo Galles del Sud, dove per un impianto simile a quello di Savona l’amministrazione locale ha fornito una serie incalcolabile di prescrizioni. “Una, in particolare – prosegue Pongiglione – prevede che un deposito di bitume deve essere realizzato almeno un chilometro fuori dalle città. Qui siamo a 300 metri dal centro abitato e a 700 dal Duomo…”
Stando alla tabella di marcia, l’opera dovrebbe partire ufficialmente nel 2016, per essere completata nel 2017. Mentre la vicina Vado Ligure fa i conti con l’inchiesta Tirreno Power, chiusa pochi giorni fa con 86 indagati – tra cui anche l’ex Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e la sua intera giunta – a Savona qualcuno sente già odore di deja-vù. Aspettando quello di bitume.
di Ferruccio Sansa e Lorenzo Tosa
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