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23 ottobre 2016

LA QUALITÀ DELL’ARIA CHE RESPIRIAMO DETERMINERÀ IN MODO DECISIVO IL LIVELLO DI VIVIBILITÀ DELLE NOSTRE CITTÀ, NEGLI ANNI A VENIRE.

Tratto da NOVAilSole24ore 
Aria nuova per le città
La qualità dell'aria che respiriamo determinerà in modo decisivo il livello di vivibilità delle nostre città. La lotta all’inquinamento deve diventare driver di innovazione

QUasi ogni giorno, riceviamo notizie su casi di alti tassi di inquinamento dell’aria delle nostre città: è successo per Milano e Roma alla fine del 2015, per Stuttgart nel gennaio del 2016, ma anche in molte altre città sparse in tutto il mondo. Questi episodi fanno aumentare la preoccupazione delle popolazioni, causano proteste sulle minacce per la nostra salute e in alcuni casi l’inquinamento dell’aria visibile a occhio nudo. E ci ricordano di volta in volta che l’inquinamento dell’aria è un problema urgente.

Con più della metà della popolazione mondiale che oggi vive in aree urbane e con le previsioni di crescita a livello globale su popolazione e livelli di urbanizzazione, sempre più persone che vivono in città risultano esposte ad alti livelli di inquinamento dell’aria. L’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulla qualità dell’aria delle aree urbane mostra che, nel mondo, più dell’80% delle persone che vivono in aree urbane che tengono monitorato l’inquinamento dell’aria sono esposte a livelli di inquinamento superiori ai limiti raccomandati dalla stessa Oms. Una quota impressionante. Le conseguenze sono serie: le malattie respiratorie e cardiovascolari attribuibili all’inquinamento dell’aria stanno diventando un problema imponente per la salute umana e sono considerate la causa di circa 7 milioni di morti all’anno: l’equivalente dell’intera popolazione della Bulgaria!
Le conseguenze economiche dell’inquinamento dell’aria sono state ampiamente documentate. Recentemente, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha calcolato che a livello globale i costi per la sanità causati dall’inquinamento dell’aria sono destinati a crescere: dai 21 miliardi di dollari del 2015, si arriverà a 176 miliardi di dollari nel 2060. Non solo: nello stesso periodo, il numero annuale di giornate di lavoro perse a livello mondiale (oggi circa 1,2 miliardi di giorni) crescerà fino a 3,7 miliardi di giorni.
Mentre gli effetti a breve termine dell’inquinamento dell’aria delle nostre città catturano la nostra attenzione, è l’esposizione prolungata a elevati livelli di inquinamento – spesso originato in paesi lontani dal nostro – che contribuisce in misura maggiore a farci ammalare. Proprio perché le cause dell’inquinamento dell’aria delle zone in cui viviamo spesso vanno cercate al di là dei nostri confini, la maggior parte delle città non potranno essere in grado di rispettare le indicazioni dell’Oms sui livelli di inquinamento dell’aria semplicemente con piani di azione locali. Infatti, in alcuni casi perfino azioni condotte a livello nazionale e continentale potrebbero non essere sufficienti, come è emerso dal recente “Scientiic assessment Report” pubblicato in seguito ai lavori della “C0nvention on long-range transboundary air pollution” organizzata dall’United Nations Economic Commission for Europe (Unece).
Questo è il motivo per cui azioni congiunte condotte a livello internazionale sono di vitale importanza. ....... Questo però non deve diventare una scusa per rimanere seduti sugli allori. Perché dobbiamo fare di più. Questo è quello che ci sta chiedendo la gente. Dobbiamo collaborare tra città, stati e regioni – all’interno e oltre l’area Unece – per combattere l’inquinamento dell’aria!
Le città sono piattaforme d’innovazione, e i movimenti nascenti nelle città contro l’inquinamento possono indicare la via per le politiche di innovazione sui temi della sostenibilità. Le iniziative locali stanno chiedendo più azioni e i cittadini vogliono che il loro diritto umano fondamentale di respirare aria pulita sia garantito. Questo ha spinto recentemente i sindaci di Parigi e Londra a chiedere formalmente all’Unione Europea di fissare obiettivi stringenti e giuridicamente vincolanti per tutti. Ma i cittadini non sono interessati solo alla loro salute. Sono preoccupati anche per i danni all’ambiente naturale e culturale che li circonda. Perché, non dimentichiamolo: l’inquinamento dell’aria può anche distruggere gli ecosistemi e danneggiare seriamente il nostro patrimonio culturale. Può devastare tutto ciò che rende una città abitabile.

Ecco perché, in occasione della terza “United nations habitat conference”, dove i Governi discuteranno il futuro delle nostre città e definiranno la “New urban agenda”, chiedo a tutti gli attori coinvolti di lavorare insieme per migliorare la qualità dell’aria. La qualità dell’aria che respiriamo determinerà in modo decisivo il livello di vivibilità delle nostre città, negli anni a venire. Lo dobbiamo alle future generazioni che in quelle città stanno crescendo, ma anche a noi stessi.


CHRISTIAN FRIIS BACH

Già consigliere speciale per la Commissione Europea per il Global Sustainability Panel delle Nazioni Unite e ministro per la cooperazione per lo sviluppo della Danimarca, è segretario esecutivo della Commissione Economica per l'Europa delle Nazioni Unite (Unece)tare driver di innovazione

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