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29 marzo 2017

Nel 2016 frenata sulla costruzione delle centrali a carbone. Nel 2017 arriva......l ' "Energy Indipendence" di Trump

Tratto da Italia oggi

Nuove centrali a carbone, le costruzioni crollano del 62%                         di Ettore Bianchi 


Frenata sulla costruzione delle centrali a carbone. Il taglio del 62% nel 2016 si deve ai due maggiori protagonisti del mercato, l'India e la Cina, che da sole avevano costruito l'86% delle nuove centrali a carbone nel decennio fra il 2006 e il 2016. L'anno scorso i permessi autorizzati in Cina per realizzare nuove centrali sono crollati dell'85% per le restrizioni senza precedenti imposte dal governo di Pechino, secondo quanto ha riportato Le Figaro.
È una buona notizia per il pianeta e la lotta contro il cambiamento climatico.
Dopo un decennio di crescita esponenziale, la messa in cantiere delle centrali a carbone, l'energia più inquinante, a maggior emissione di gas serra, che fornisce il 39% dell'elettricità mondiale, ha segnato il passo l'anno scorso, con la caduta del 62% dei nuovi progetti nel mondo; del 48% delle cantrali autorizzate e del 19% di quelle in corso di costruzione, secondo quanto hanno attestato tre ong ambientaliste: CoalSwarm, Greenpeace e Sierra Club. La capacità installata dei progetti che avevano già ottenuto l'autorizzazione è passata da 1.090 gigawatts (Gw) nel 2015 a 579 nel 2016.
In India, il rallentamento delle centrali a carbone si deve più a questioni economiche come la poca disponibilità di banche e altre istituzioni finanziarie a concedere finanziamenti.
Tra India e Cina, complessivamente sono 100 i cantieri di costruzione di centrali a carbone che sono stati fermati, cioè l'equivalente di 68 Gw e in totale l'anno scorso sono stati più i progetti congelati che le nuove costruzioni avviate.
Inoltre, le tre ong sono soddisfatte per la diminuzione senza precedenti dal settore del carbone negli ultimi due anni nelle economie sviluppate, l'Unione europea e gli Usa. L'anno 2016 è stato uno spartiacque che ha visto la riduzione spettacolare delle emissioni negli Usa e Regno Unito grazie alla chiusura di vecchie centrali a carbone e l'abbandono totale delle centrali a carbone da parte di Belgio e Ontario, una delle dieci province del Canada.
Inoltre, per raggiungere l'obiettivo fissato a Parigi nella Conferenza mondiale sul clima, di ridurre il surriscaldamento del pianeta di 2 gradi, bisognerà accelerare la diminuzione delle capacità esistenti. Tuttavia, nello sforzo di India e Cina di potenziare lo sfruttamento delle energie rinnovabili, i due paesi avranno ancora bisogno di utilizzare il carbone nei prossimi decenni per assicurarsi il fabbisogno energetico. E inoltre, negli Usa, pesa l'incognita Donald Trump che, invece, difende le energie fossili per ricreare lavoro nelle miniere.
Leggi anche  su Il giornale

Clima, Trump cancella Obama: tornano le centrali a carbone

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per smantellare la regolamentazione sul cambiamento climatico dell'era Obama
Il "Clean Power Plan" imponeva agli Stati di tagliare le emissioni delle centrali per la produzione di energia elettrica del 32% (rispetto ai livelli del 2005) entro il 2030. Il provvedimento è stato però temporaneamente sospeso lo scorso anno dai giudici dopo il ricorso di alcuni Stati americani. Il nuovo ordine esecutivo di Trump, denominato "Energy Indipendence", elimina anche il bando sulle concessioni federali per il carbone, le norme per ridurre le emissioni di metano nella produzione di petrolio e gas e rende meno stringenti i vincoli ambientali negli iter di autorizzazione dei progetti infrastrutturali. .....
 Gli ambientalisti hanno minacciato ricorsi legali accusando la nuova amministrazione di negare le evidenze scientifiche sul cambiamento climatico.


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