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18 maggio 2017

Fluorsid, inquinanti fino a 3mila volte sopra il limite.

Tratto da Il Fatto Quotidiano 

Fluorsid, inquinanti fino a 3mila volte sopra il limite. L’intercettazione: “A noi serve produrre produrre produrre”

Gli agenti del Corpo forestale e di vigilanza ambientale durante l’operazione alla Fluorsid di Macchiareddu (Ansa)
Azioni, connivenze, silenzi e addirittura pagamenti di denaro definiti a più riprese “sconcertanti” dal gip di Cagliari che ha disposto l'arresto di sette persone. I rifiuti solidi e liquidi, eternit compreso, secondo l’accusa sono stati sversati, tombati in voragini, pozzi, laghetti e anche in alcune buche nei terreni comprati apposta. ....

Tutto nasce da “un manoscritto”, niente pc ma una lettera scritta a penna nel 2014 dagli allevatori dell’hinterland della zona industriale di Macchiareddu, alle porte di Cagliari, sud Sardegna. La denuncia trasmessa alla Procura era firmata da “Carboni e più”, poi supportata da una segnalazione dei veterinari della Asl. Le pecore che pascolavano lì, attorno ad Assemini, avevano ossa e denti che crescevano in modo abnorme fino a farle morire di stenti e fame. I “gravi danni” che i pastori  lamentavano erano dovuti alla fluorosi, malattia causata dall’assunzione di troppo fluoro, appunto. A poche centinaia di metri c’era la Fluorsid Spa, leader mondiale nella produzione di acido fluoridrico necessario per l’alluminio, fondata nel 1969 dal conte Giulini ora di proprietà del figlio, patron del Cagliari calcio, Tommaso (a suo carico non risulta nulla). Il giro di affari è di 125 milioni di euro per 132 dipendenti diretti, più l’indotto. A due anni dalle indagini guidate dal Corpo forestale regionale è scattato il blitz: cinque arresti in carcere e due ai domiciliari e il sequestro di otto ettari: provvedimenti chiesti dal pm Marco Cocco e firmati dalla gip Cristina Ornano per via della “reiterazione del reato e dell’inquinamento delle prove”. Un terremoto che coinvolge i vertici e un’azienda esterna, l’accusa è “associazione a delinquere in disastro ambientale”. Un sodalizio con pratiche consolidate e consapevoli quello tracciato nell’ordinanza di custodia cautelare di 168 pagine: azioni, connivenze, silenzi e addirittura pagamenti di denaro definiti a più riprese “sconcertanti”......

Le polveri nell’aria “dal Sahara” e lo strano caso delle centraline dell’ArpasInquinamento dell’aria, del suolo e del sottosuolo non sono una novità degli ultimi anni. Il caso delle pecore era addirittura emerso ormai trenta anni fa, nel 1983: c’è una sentenza civile della Corte d’appello di Cagliari che condanna la Fluorsid a un risarcimento. Poi “non è cambiato nulla”. Ancora altre polveri e altre pecore malate. Nell’ordinanza si legge: “Compimento di un sistematica, reiterata nel tempo e organizzata attività illecita diretta all’illegale stoccaggio e trattamento delle materie prime e sottoprodotti della Fluorsid e all’illegale smaltimento dei rifiuti prodotti dal ciclo di lavorazione”. E soprattutto c’era: “La piena consapevolezza della sistematica violazione delle norme poste a tutela dell’ambiente e della salute pubblica“.

I fanghi acidi venivano sversati direttamente nello stagno di santa Gilla, le polveri di scarto stoccate senza nessuna precauzione in cumuli a contatto diretto con il terreno. Piccole colline alte dieci metri e larghe cento, poi movimentate con camion, ruspe e nastri trasportatori. L’intero stabilimento, come anche i lavoratori, era avvolto da una di polvere di “colore chiaro di consistenza finissima” che arrivava anche fin dentro le case civili di Assemini. Aria irrespirabile, denunciano i cittadini, nonché “forte bruciore agli occhi” e problemi alle vie respiratorie. La concentrazione degli elementi inquinanti aveva concentrazioni record: l’alluminio presente 3745 volte in più dei valori tabellari di norma, i fluoruri 1154 volte superiori e i solfati 51.
E le analisi di autocontrollo obbligatorie, il monitoraggio? Scrive il gip: “È significativo” che nell’area dello stabilimento, di fatto, “manchi qualsiasi rilevamento per l’aria, il suolo o il sistema idrico riferibile al fluoro”, nonostante si tratti del più importante produttore mondiale.  Alle centraline dell’Arpas, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Sardegna, – si legge ancora – manca proprio il parametro HF “acido fluoridrico”. E ancora la stessa Arpas tre anni fa, in una relazione sulla qualità dell’aria non fa menzione alle sostanze nocive, i problemi sono ricondotti “al contributo di fonti naturali dovuto al trasporto di polveri sahariane”.  Anche l’autocontrollo non è efficace secondo il gip e lo stesso Ispra, Istituto regionale superiore per la protezione ambientale: il laboratorio esterno a cui venivano commissionate le analisi non aveva tutte le metodologie necessarie.
Il fine: “Produrre, produrre produrre…”
Tra il 2011 e il 2015 si registra un peggioramento dell’inquinamento delle acque di falda con un  “gravissimo superamento dei limiti tabellari” dovute alle “condotte illecite” registrate durante le attività investigative. Tutto rivela: “Una conduzione organizzata per la sistematica violazione delle norme in materia ambientale al fine di massimizzare il profitto”. Omissioni, occultamenti, finte mail di richiamo dai dirigenti alla ditta d’appalto “da mettere nel cassetto”. Così nelle conversioni intercettate tra indagati e altri: “C’è la piena consapevolezza dell’emissione di altissime quantità di polveri altamente nocive per l’ambiente e pericolose per la salute”. Insomma tutto un gioco di abbattimento costi e incuranza delle norme.
 Ci sono molti passaggi in cui è chiaro che: “Non si rispettavano e omettevano le norme – in modo doloso –  perché ciò avrebbe comportato un rallentamento della produzione, una qualità più scadente  e costi di produzione più elevati”. Al telefono, nel 2016 due degli arrestati, Alessio Farci, responsabile della produzione solfato di calcio e Marcello Pitzalis, coordinatore dei lavori affidatati dalla Fluorsid, parlano del mancato contenimento delle polveri. E Pitzalis dice che non c’era il tempo per le precauzioni (bagnare le polveri, ndr): “A noi serve… Produrre, produrre, produrre!”......
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