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27 agosto 2017

1)La sfida delle rinnovabili: nel 2050 139 paesi possono essere green al 100% 2)Verdi e mansueti giganti metallurgici

Tratto da Telecolor

La sfida delle rinnovabili: nel 2050 139 paesi possono essere green al 100%

Energia derivante da sole, acqua e vento, senza bisogno di combustibili fossili: da qui al 2050, 139 Paesi nel mondo potrebbero alimentarsi al 100% grazie a questi tipi di energia. Un team di ricercatori capitanato dall’università di Stanford, in un recente studio, ha delineato i cambiamenti infrastrutturali necessari a raggiungere l’obiettivo. In un articolo sulla rivista Joule, gli studiosi hanno scritto che gli interventi utili per dire addio a petrolio e carbone porterebbero una serie di benefici. Tra questi la creazione, nel complesso, di 24 milioni di posti di lavoro. Soprattutto, imboccare la “strada verde” consentirebbe di evitare tra i 4 e i 7 milioni di morti annue legate all’inquinamento dell’aria. Tra costi climatici e sanitari, inoltre, si potrebbero risparmiare 20mila miliardi di dollari. I vantaggi di passare al 100% di rinnovabili interessano anche l’Italia. Il bilancio tra posti di lavoro creati nelle energie pulite e posti persi nelle energie tradizionali porterebbe a un attivo di 485mila nuove occupazioni, mentre le morti evitabili ogni anno si attesterebbero tra le 5mila e le 45mila

Tratto da Il Sole24 ore

Verdi e mansueti giganti metallurgici

Mettiamo che siate il capo del governo di una grande nazione dell’Occidente, e che una delle regioni della vostra nazione sia, storicamente, terra di miniere di carbone, uno dei motori energetici dell’intero Paese, e dia lavoro a centinaia di migliaia di famiglie. Mettiamo però che l’estrazione del carbone cominci a costare troppo, perché ci sono altre forme d’energia più economiche; inoltre, il carbone inquina terribilmente, sia nel momento dell’estrazione (la regione in questione è una delle più brutte dell’intera nazione) sia nel momento in cui si trasforma in calore ed energia. Che fate?
Opzione A: dite che siete stato eletto coi voti degli abitanti di Pittsburgh, non degli abitanti di Parigi, e riaprite le miniere, infischiandovene dell’inquinamento e della scarsa razionalità economica dell’impresa. Opzione B: vi inventate un sistema per riorientare le attività produttive della regione e, con l’ occasione, date anche una pulita all’ambiente. La cattiva opzione A è naturalmente quella scelta dal villain Donald Trump nel momento in cui ha deciso di «rimettere i minatori della Pennsylvania al lavoro». La buona opzione B è quella che tra gli anni Settanta e oggi hanno scelto i tedeschi della Ruhr, e le conseguenze di quella scelta sono queste colline, queste acque limpide, quest’aria salubre..... 
Fino a qualche decennio fa la Ruhr era il cuore dell’attività mineraria e della siderurgia europea..... Ma la grande idea è stata la svolta green. Invece di radere al suolo tutto quanto, gli abitanti del Ruhrgebiet hanno deciso di rimettere tutto in sesto e di trasformare l’area mineraria in un gigantesco parco, l’Emscher Landschaftpark, che copre un terzo del territorio della regione....
 E così i torpedoni caricano e scaricano tutto l’anno migliaia di turisti compitissimi, castigatissimi, davanti alla ex-miniera dello Zollverein a Essen, alla Jahrhunderthalle di Bochum, al Tetraedro di Bottrop – tutte cose molto prosaiche, per niente artistiche, persino micragnose a paragone di quel che si trova in un qualsiasi borgo italiano ...; ma, come i grandi chef con gli avanzi della cena, i tedeschi sono riusciti a costruire attorno a questo ordinato nulla dozzine di teatri di varia foggia, sale da concerto, gasometri riattati a museo , persino una pista da sci coperta di 600 metri che funziona anche d’estate. Il tutto ovviamente con conseguenze benedette sul mercato del lavoro: gli ultimi superstiti della Ruhr del carbone fanno le guide negli stabilimenti minerari, gli altri hanno trovato il loro angolino in questo spicchio di terziario....
Su Il Sole24 ore l'articolo integrale

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