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17 giugno 2012

ARCIREPORT:Una centrale a carbone tra le case


Pubblichiamo due articoli tratti da "Arci Report " il settimanale a cura dell' ARCI,documentati  da Uniti per la Salute, per  fare il punto ed evidenziare la problematica della centrale a carbone Tirreno Power.

 



 
Una centrale a carbone tra le case      
Prima puntata
La centrale di Vado Ligure-Quiliano funziona da oltre quarant’anni in un contesto densamente popolato, vicinissima a Savona, su un tratto di costa con insediamenti abitati ininterrotti. Peraltro località di grande rilevanza turistica come Varazze, Celle Ligure, Albisola, Spotorno, Noli, Varigotti si trovano in questo tratto di costa.
Nonostante si tratti di un complesso di notevole potenza (due gruppi a carbone da 330 MW ciascuno e un gruppo a gas da 760 MW) situato appunto in pieno centro abitato, la proprietà della centrale chiede un ulteriore ampliamento: ancora altro carbone (460 MW!)
L’ipotesi di potenziamento trova l’opposizione di associazioni, di medici, comitati, partiti e cittadini e di ben 18 comuni del territorio (di destra e di sinistra che deliberano contro il potenziamento).

Sul tema interviene l’Ordine dei Medici con dichiarazioni forti e inequivocabili a proposito degli attuali gruppi a carbone: “minaccia reale e consistente per la salute e per la vita dei cittadini della provincia di Savona” e ancora “nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari”.(leggi)

Sul progetto di potenziamento l’Istituto Tumori di Genova dichiara “Nella relazione presentata da Tirreno Power vi sono gravi lacune metodologiche che mettono in discussione le tranquillizzanti conclusioni del documento. In sintesi: errori ed omissioni nelle stime delle emissioni di polveri fini primarie e secondarie; sottostima delle emissioni di gas serra; sottovalutazione dei dati derivanti da studi su bioindicatori; errori metodologici sull’impatto sanitario”.(leggi )

Il Ministero della Salute - Istituto Superiore di Sanità in sede della conferenza dei servizi  rimarca come i decreti rilasciati “non abbiano sufficiente evidenza della problematica relativa ai c.d. microinquinanti classici derivanti dalla combustione del carbone, tra cui PCB, i metalli pesanti, l’arsenico, ecc. ecc. , … e “l’importanza di considerare il deposito al suolo di tali sostanze”.

I sindaci di Vado Ligure e Quiliano, con una forte posizione nel documento del 25 gennaio 2011: “… chiedono che le gravi lacune presenti nell’attuale procedura di valutazione siano sviluppate in quanto tali approfondimenti si ritengono indispensabili per una corretta e appropriata valutazione degli impatti ambientali” dichiarando come “fondamentale, condizionante e non prorogabile” sia un piano di monitoraggio ante operam sia una Valutazione di Impatto Sanitario. Queste pressanti richieste non possono essere poste come prescrizioni ma “azioni indispensabili e urgenti prima di ogni ulteriore determinazione”, puntualizzano i Sindaci.

Lo stesso Presidente della Regione Liguria ha parlato di “inquinamento colossale” e ancora: “due vecchi gruppi da 330 Mw che sono stati realizzati nel 1971 e che ormai hanno raggiunto la fine della loro vita produttiva… hanno già 40 anni: non si può pensare di tirare loro il collo ulteriormente”

Ma la Regione Liguria nel dicembre 2011, modificando il diniego precedente che l’aveva portata anche a ricorrere al TAR, accorda un’ intesa: oltre alla concessione del nuovo gruppo a carbone, i vecchi gruppi verrebbero mantenuti in esercizio ancora per molti anni.
Le associazioni, i comitati e i cittadini continuano tuttavia nella loro azione a difesa e tutela del territorio e della salute 


  Centrale di Vado Ligure i danni per la salute. 
Seconda Puntata

Nella centrale di Vado Ligure Quiliano continuano dunque a funzionare due vecchi gruppi a carbone: un Ente terzo e sicuramente super partes come l’Ordine dei Medici della Provincia di Savona  a proposito di quei gruppi li definisce “minaccia reale e consistente per la salute e per la vita dei cittadini della provincia di Savona”: dunque si parla di “minaccia reale e consistente per la salute e la vita”.  Questo dovrebbe bastare per attivare provvedimenti a tutela dei cittadini.

Peraltro la situazione generale dell’inquinamento è riassunta dalla stessa Regione Liguria  nel "Piano di risanamento e tutela della qualità dell'aria" a pag 126 : La combustione nell'industria dell'energia e quindi essenzialmente la centrale termoelettrica è la prioritaria responsabile delle emissioni di Ossidi di azoto, PM10, SOx e di COV.

 Tuttavia la  centrale  continua a funzionare sebbene priva delle autorizzazioni che derivano da tassative disposizioni di legge italiane ed europee che impongono sia provvista  di A.I.A. (autorizzazione integrata ambientale) con l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili per la riduzione delle emissioni.  

Non solo:  la proprietà della centrale(2007) presenta un progetto per  l’ampliamento con un altro, grande gruppo a carbone. Su questo progetto  il ministero dell’Ambiente esprime un giudizio positivo  nonostante la contrarietà dei comuni del territorio (e in un primo tempo anche della Regione Liguria) che ricorrono al  TAR.


Per avere un quadro più chiaro possibile, i comuni di Vado e Quiliano  commissionano una perizia allo studio Terra (firmata e giurata in tribunale dal dott. Marco Stevanin già membro della commissione VIA nazionale) della quale  è opportuno riportare alcuni brani delle conclusioni che risultano inequivocabili: “per quanto riguarda la salute, nell’analisi critica è stata evidenziata una situazione già fortemente compromessa mentre è da ritenersi lo stato di salute presentato nella documentazione di progetto assolutamente inattendibile, inadeguato e non rappresentativo della reale situazione presente sul territorio in questioneQuesto fa pensare che il giudizio positivo di compatibilità ambientale dell’opera rilasciato dal Ministero dell’Ambiente sia in netto contrasto con il principio di tutela e precauzione della salute dei cittadini, senza l’acquisizione preventiva dei risultati di opportuni approfondimenti.
… si ritiene assolutamente insostenibile, dal punto di vista sia ambientale che delle possibili implicazioni sanitarie, l’insediamento sul territorio di un nuovo gruppo a carbone.. 

ALLA LUCE DI QUESTE OSSERVAZIONI IL S.I.A. (Studio di Impatto Ambientale presentato dall’azienda n.d.r) PRESENTATO RISULTA INADEGUATO E INATTENDIBILE E ANDREBBE RITIRATO COSI’ COME IL PROGETTO DI AMPLIAMENTO. SI RITIENE INADEGUATO QUINDI IL GIUDIZIO DI COMPATIBILITA’ RILASCIATO DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE…

Con queste premesse è naturale che i cittadini si aspettassero  finalmente quelle indagini sull’inquinamento e sulla salute dei cittadini chiesti con forza di sindaci e che i vecchi impianti fossero adeguati alle migliori tecnologie senza indugio.
Invece, come visto, la Regione Liguria decide di rilasciare l’intesa per il nuovo gruppo a carbone da 460  MW e questo  nonostante le ferme prese di posizione dell’Ordine dei Medici, le evidenze della perizia giurata in tribunale, la contrarietà di 18 amministrazioni comunali, di importanti associazioni e comitati, nonostante le molte evidenze che saranno analizzate nella terza parte

   
Terza puntata
Il terzo articolo pubblicato da Arcireport  n° 22 a  pag 7 sulla centrale a carbone di Vado Ligure

Nelle aree interessate dalle emissioni della centrale a carbone si muore di più.

Si è visto negli articoli precedenti come la Regione Liguria abbia deciso di rilasciare l’intesa per un nuovo gruppo a carbone da 460 MW nella centrale di Vado Ligure Quiliano (SV).
 In seguito, nel marzo 2012, il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso il decreto autorizzativo.

Questo iter si è sviluppato nonostante le ferme prese di posizione dell’Ordine dei Medici, le evidenze della perizia giurata in tribunale,la contrarietà di 18 amministrazioni comunali, di importanti associazioni e comitati.
Questo iter autorizzativo si è sviluppato nonostante:
- la forte dichiarazione dei sindaci dei comuni
su cui insiste la centrale
(Vado Ligure e Quiliano), che, consapevoli delle loro responsabilità nei confronti dei cittadini e del territorio, hanno espressamente richiesto come azione indispensabile ed urgente «prima di ogni ulteriore determinazione» una valutazione di impatto sanitario (VIS) in riferimento alla Carta di consenso di Goteborg;

- le ‘discrepanze’ in relazione al verbale della conferenza dei servizi del luglio 2011 (atto
propedeutico all’autorizzazione), evidenziate dai Sindaci di Vado Ligure e Quiliano: «Si ritiene che tali divergenze alterino in maniera significativa quanto discusso in sede di Conferenza in riferimento agli elementi sopra riportati, rappresentando una versione non conforme a quanto effettivamente disquisito in merito» e ancora «è evidente come nella versione definitiva del verbale i sopra esposti interventi siano stati modificati». (Dichiarazioni che fino ad ora non risultano mai smentite o confutate da alcuno. Riteniamo trattarsi di una denuncia di enorme gravità che viene non da due persone qualsiasi ma da due sindaci nell'esercizio delle loro funzioni);
 
- non ci risultino misurazioni pubbliche sulle emissioni ai camini! Gli unici dati sulle emissioni in nostro possesso sono quelle rilevate dalla stessa azienda;

- analogamente non risultino misurazioni pubbliche sugli scarichi idrici della centrale (oltre 900 miliardi di litri nel solo 2010 fonte della stessa azienda). Scarichi che confluiscono alla foce del torrente Quiliano;
 
- Arpal nella relazione sull’attività di monitoraggio (2010) indichi proprio in quel tratto di mare inquinanti nei sedimenti con valori elevatissimi. L’Ordine dei Medici in un documento ufficiale scrive «La presenza di metalli pesanti e di idrocarburi policiclici aromatici a livelli enormemente maggiori rispetto alle altre aree liguri, anche portuali, e di oltre cento volte superiori rispetto ai riferimenti normativi, indica una molto probabile derivazione di tali inquinanti dalla centrale a carbone, che rappresenta sicuramente, nell’area, la principale fonte di idrocarburi policiclici aromatici derivanti dai processi di combustione e di metalli pesanti presenti nel carbone (si pensi a questo proposito anche alle grandi quantità di tali sostanze presenti nelle acque reflue della centrale)».

Quelle elencate sono solo alcune delle evidenze che inducono associazioni, comitati,partiti a battersi a tutela e difesa dei loro diritti e per la salute, ma crediamo basterebbero le dichiarazioni dell’Ordine dei Medici della Provincia di Savona «nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della
centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari»

Al di là di ogni altra considerazione ribadiamo ancora una volta che ci pare logico e di elementare buon senso,che, prima di costruire altri impianti (per giunta a carbone), siano approfondite e migliorate la evidenze ambientali e sanitarie dell’intero territorio.
Info: unitiperlasalute@libero.it

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