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09 ottobre 2015

Parigi Cop 21, luogo della speranza e dell'impegno ma soprattutto auspichiamo" il luogo della concretezza".

AUSPICHIAMO  CHE PARIGI E LA COP 21 SIA SOPRATTUTTO  IL LUOGO DELLA CONCRETEZZA 

Nella capitale francese non sono ammesse passerelle e impegni generici che non si traducano in sforzi economici e ambientali.....

 Perché i rischi per il Pianeta sono evidenti e riguardano noi e i nostri figli, non un futuro lontano.

 Un accordo globale, ambizioso e vincolante alla Cop21 rappresenta l'unica risposta possibile del genere umano per fronteggiare i cambiamenti climatici: per questo Parigi deve essere il luogo della speranza e dell'impegno e soprattutto della concretezza .

Parole ne abbiamo gia' sentite tante.......

          Parigi, luogo della speranza e dell'impegno


Parigi, luogo della speranza e dell'impegno
di Gian Luca Galletti
La lettera del ministro dell'Ambiente pubblicata oggi su Repubblica.
Caro direttore,
ci apprestiamo a vivere un grande appuntamento con la storia: la Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici. Nella capitale francese non possiamo ripetere gli errori della conferenza di Copenhagen nel 2009, esempio di inconcludenza dei vertici sul clima.
Le condizioni di oggi sono diverse da quelle di allora. Se non sapremo intervenire per contenere sotto l'asticella--dei due gradi centigradi l'aumento del riscaldamento globale, il pianeta diventerà per centinaia di milioni di persone un luogo impossibile in cui vivere: eventi atmosferici sempre più estremi, scioglimento dei ghiacciai, desertificazioni, nuovi conflitti per l'accesso a risorse-vitali in esaurimento, conseguenti migrazioni di massa che si stimano in circa 250 milioni di "rifugiati ambientali" che lasceranno le loro terre per trovare rifugio da fame e guerra. Di fronte a questo drammatico scenario, abbiamo assistito a una presa di coscienza mondiale.
Penso innanzitutto all'illuminante Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco e ai suoi continui richiami a un accordò globale, alla mobilitazione dell' Onu e del suo segretario Ban Ki-moon, agli impegni presi da Cina e Stati Uniti per limitare le emissioni, ai 146 contributi degli Stati già pervenuti in vista della Cop21, al Clean power pian di Obama per portare l'America verso l'energia pulita. Tutti segnali di ottimismo, che si accompagnano a quello di cui andare più orgogliosi come cittadini europei: l'intesa sui tar get raggiunta dall'Europa Mentre su altri temi emergono nel nostro continente le divisio ni più dolorose, pensiamo all'immigrazione, sul clima si può dire che l'Europa abbia fatto l'Europa, mostrando i motivi del suo stare insieme. Quell'intesa ( riduzione del 40% delle - emissioni di Cot rispetto ai li velli del 1990, aumento del 27% del consumo di fonti ener getiche rinnovabili e raggiungimento di un target indicativo, pari al 27%, nel settore dell'efficienza energetica) germoglia da un fruttuoso semestre italiano di presidenza e pone l'Europa come apripista di un accordo. Di un'intesa che secondo noi deve avere alcune caratteristiche precise: essere ambiziosa come l'impegno europeo, equa, vincolante per tutti, trasparente, misurabile nel tempo, durevole perché in grado di fissare obiettivi a lungo termine.
Ricordo a questo proposito che nel mandato dei ministri europei alla presidenza di turno lussemburghese per Parigi c'è anche un altro target importante che fa riflettere sulla "lunga gittata" dello sforzo curopeo: il raggiungimento delle "emissioni zero" nel 2100. Un obiettivo che è destinato a cambiare profondamente l'economia mondiale, portandola verso un modello circolare, di riciclo e rigenerazione, di piena sostenibilità ambientale dei processi produttivi. Sono d'accordo allora con chi afferma che a Parigi, in virtù di quello che potrebbe significare in chiave economica il raggiungimento di un accordo storico, potrebbe esserci battaglia vera con lobby fra le più potenti del mondo.
Noi siamo pronti a combatterla, convinti come siamo che per raggiungere il risultato sia necessario spostare il ragionamento sulla dimensione etica: cioè su quel legame indissolubile tra ambiente, equità sociale e diritti umani che il Santo Padre ci ha magistralmente spiegato all'Assemblea delle Nazioni Unite di New York e che è alla base di quell -Ecologia integrale" che Papa Francesco propone a credenti e no nella sua Enciclica. 
Ci sono, insomma, le premesse per avere fiducia. Nella capitale francese non sono ammesse passerelle e impegni generici che non si traducano in sforzi economici e ambientali. Perché i rischi per il Pianeta sono evidenti e riguardano noi e i nostri figli, non un futuro lontano. 
Un accordo globale, ambizioso e vincolante alla Cop21 rappresenta l'unica risposta possibile del genere umano per fronteggiare i cambiamenti climatici: per questo Parigi deve essere il luogo della speranza e dell'impegno.

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