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10 aprile 2013

DAL SECOLO XIX : CENTRALE, PERIZIA CHOC IN PROCURA

  1)Tratto da Il Secolo XIX del 10 aprile
  Centrale, perizia choc in Procura

 

Savona - Le emissioni delle ciminiere della Tirreno Power di Vado Ligure sarebbero alla base di molti casi di cancro nella popolazione vadese e zona limitrofe alla centrale.
 Ma soprattutto ci sarebbe nesso di causalità tra l’inquinamento e i decessi per malattie cancerogene da inquinamento.

È l’inquietante (usando un eufemismo) conclusione a cui sono arrivati i periti incaricati dalla procura per accertare eventuali responsabilità dell’azienda nell’incremento di malattia nell’ambito di un’inchiesta condotta contro ignoti dal procuratore Francantonio Granero e dal sostituto Chiara Maria Paolucci. 

Se la conferma dell’inquinamento delle aree circostanti la Tirreno Power era arrivata già l’anno scorso dall’esame dei licheni, ieri mattina il pool di esperti ha illustrato ai due pm le conclusioni a cui sono arrivati. E il lavoro a questo punto sarebbe ancora più delicato ed approfondito.

Ma già il passo avanti presentato ieri rappresenta un autentico particolare in grado di far deflagare le polemiche e le contestazioni degli ecologisti.....
L’ipotesi investigativa, in caso di nesso di causalità tra inquinamento e morti, diverrebbe l’omicidio colposo. 
Ma di fronte alla delicatezza della vicenda anche la procura vuole procedere con i piedi di piombo, senza creare eventuali inutili allarmismi.

A luglio scorso, infatti i consulenti avevano presentato un quadro già abbastanza preoccupante sullo stato dell'inquinamento della aree limitrofe la Tirreno Power di Vado, ma anche l’Italiana Coke di Bragno dopo uno studio sui licheni.

Il primo verdetto era stato preciso: c’è stata sofferenza in prossimità dei due insediamenti produttivi, ma per i dati precisi avevano dato appuntamento all’inizio dell’autunno scorso.
Una scadenza che non sarebbe stata rispettata, benché ai magistrati inquirenti fosse stata ventilata la concretezza dell’ipotesi più grave. 
 Un lavoro, delicato, complicato e soprattutto capillare svolto sul territorio che solo in queste settimane ha assunto i contorni definitivi illustrati ieri mattina al procuratore Granero e al sostituto Paolucci.
A questo punto non resta che attendere gli ulteriori sviluppi provenienti dai consulenti e gli eventuali passi adottati dalla procura di fronte alle conclusioni scioccanti della perizia.......


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2)Tratto da Il Secolo XIX dell'11 aprile


Tirreno Power: «Asl e Arpal si voltavano dall’altra parte».

Savona - Erano partiti con un’accusa di “getto pericoloso di cose”, una via suggerita dagli avvocati per presentare una denuncia concreta, anche se contro ignoti e per un reato di secondo piano, e chiedere comunque l’apertura di un’inchiesta della magistratura. Ora l’ultimo risvolto, che fa trasparire addirittura l’ipotesi del reato di omicidio colposo, potrebbe rimettere in discussione anche i ricorsi dei Comuni...

 Ma le indiscrezioni sulla perizia presentata alla Procura pubblicate ieri da Il Secolo XIX hanno messo in allarme i territori di Vado, Quiliano e Savona, quelli su cui incidono maggiormente le attività degli impianti di Tirreno Power.

Riuniti sotto la “Rete Savonese Fermiamo il carbone”, dopo le anticipazioni sull’ipotesi di un nesso di causalità tra l’inquinamento e i decessi
per cancro, rilanciano e puntano il dito su chi avrebbe dovuto occuparsi dei controlli .....

«Meno male che c’è la magistratura che ha disposto le periziecommentano i rappresentanti dei comitati -, ma a questo punto ci domandiamo dov’era chi per dovere istituzionale avrebbe dovuto approfondire la situazione ambientale e sanitaria? E qui facciamo precisi riferimenti. Dov’erano l’Asl e gli assessorati regionali alla sanità e all’ambiente? E l’Arpal? Dov’era il Ministero della Salute? Dove erano gli amministratori a tutti i livelli, specialmente quelli che per istituto hanno il compito di tutelare la salute? Dov’erano e dove guardavano la Regione Liguria e la Provincia di Savona con i loro costosi assessorati e con le loro costose strutture?

D’altra parte anche l’Ordine dei Medici di Savona, con il suo Presidente  Dottor Ugo Trucco, aveva lanciato l’allarme sui dati di morbilità e mortalità superiori alla media regionale e nazionale, puntando il suo j’accuse contro la centrale definendo il funzionamento dei gruppi a carbone 3 e 4: «Una minaccia reale e consistente per la salute».
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3)Tratto da  "Il Secolo XIX"cartaceo dell' 11 aprile

NESSUN ALLARMISMO DUNQUE ,
MA INFORMAZIONE.......

A pag 18  di oggi 11 aprile  su "Il SECOLO XIX ",
a firma  C. Cav   a destra sul fondo  leggiamo....

Come abbiamo scritto ieri ,i periti incaricati dalla Procura hanno presentato ai Pm le conclusioni del dossier  che hanno elaborato  nei termini esatti in cui l'abbiamo scritto,sostenendo un nesso causale tra inquinamento e morti da tumore.
Documento che contiene anche lo studio sui licheni di cui avevamo precedentemente dato notizia....
I periti depositeranno giuridicamente il dossier nei prossimi giorni,ma il contenuto è stato illuatrato ai Pm titolari dell' inchiesta martedì.

La notizia quindi è vera.
 NESSUN ALLARMISMO DUNQUE ,
MA INFORMAZIONE.
SARANNO I GIUDICI A VALUTARE 
L' ATTENDIBILITA' DELLA PERIZIA. 
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 4)Immagine tratta da "Il Fatto Quotidiano" di oggi 11 aprile in prima pagina


L'articolo di Mario Molinari e Ferruccio Sansa 
a pag 11: 

LA CENTRALE,I FUMI E IL DOSSIER-TUMORI.

Vado Ligure,i Periti e la Tirreno Power:
"Nesso tra inquinamento e morti per cancro."

Il Pdf su Uomini Liberi
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Comunicato Rete Savonese Fermiamo il carbone
del 10 aprile
 
 
Prendiamo atto di quanto riportato oggi da Il Secolo XIX “Le emissioni delle ciminiere della Tirreno Power di Vado Ligure sarebbero alla base di molti casi di cancro nella popolazione vadese e zone limitrofe alla centrale.
 Ma soprattutto ci sarebbe nesso di causalità tra l’inquinamento e i decessi per malattie cancerogene da inquinamento.  

Meno male che c’è la Magistratura che ha disposto le perizie ma a questo punto ci domandiamo dove era chi per dovere istituzionale avrebbe dovuto approfondire la situazione ambientale e sanitaria?


E qui facciamo precisi riferimenti:
Dove era la ASL e l’assessorato regionale alla sanità e all’ambiente? E l’Arpal?
Dove era il Ministero della Salute?
Dove erano gli amministratori a tutti i livelli, specialmente quelli che per istituto hanno il compito di tutelare la salute?
Dove era e dove guardavano la Regione
Liguria e la Provincia di Savona con i loro costosi assessorati e con le loro costose strutture?

 
E non ci vengano a dire la solita storia, che non sapevano, che non potevano.....
 


Non potevano non sapere quello che un Ente super partes come l’Ordine dei Medici aveva ufficialmente dichiarato: “nelle aree interessate dalle  ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi  standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari” e ancora a  proposito di quei gruppi a carbone 3 e 4 parlavano di “minaccia reale e consistente per  la salute e per la vita dei cittadini della provincia di Savona”.

Qui é necessario scandire bene le parole: i Medici parlavano di minaccia  REALE e CONSISTENTE non solo per la SALUTE  ma per LA VITA dei cittadini.


Non potevano non sapere quanto loro comunicato con una valanga di documenti, perizie, lettere e diffide dai nostri comitati.
  

"Qualcuno avrà anche il coraggio di affermare che con la concessione dell’AIA comunque si ridurranno le emissioni. 

Noi diciamo basta: bisogna finalmente  che i cittadini sappiano che questa autorizzazione permetterà a quei vecchi gruppi a carbone 3 e 4 di funzionare ancora per molti  anni e con che limiti!
 

per il biossido di zolfo una concentrazione per So2 per  oltre  17 volte rispetto al limite minimo MTD e oltre 1,7 volte rispetto al limite massimo MTD (migliori tecniche disponibile previste dalla normativa).
 

per il monossido di carbonio una concentrazione di oltre 8 volte rispetto al limite minimo MTD e di 5 volte rispetto al limite massimo MTD
 

Ma addirittura il futuro gruppo cosiddetto nuovo entrerebbe in esercizio  con un valore di CO quattro volte rispetto al limite minimo MTD e oltre il  doppio rispetto al limite massimo."
 

 La Rete Savonese Fermiamo il carbone ha presentato ricorsi amministrativi ed ha pronto un voluminoso esposto che nei prossimi giorni  sarà presentato alla Procura.
 

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