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13 marzo 2014

«IL SIGNIFICATIVO AUMENTO DI DECESSI E RICOVERI E’ DI ENTITA’ TALE DAINTEGRARE SENZA DUBBIO LA NOZIONE DI DISASTRO»

Tratto da La Stampa
 INCHIESTA «IL SIGNIFICATIVO AUMENTO DI DECESSI E RICOVERI E’ DI ENTITA’ TALE DA INTEGRARE SENZA DUBBIO LA NOZIONE DI DISASTRO»

Centrale chiusa, le prime carte

Il decreto del gip Giorgi: danno per la salute e pericolo per la pubblica incolumità

Sequestro della centrale elettrica di Vado, cominciano a filtrare le «carte»: secondo il decreto firmato dal giudice Fiorenza Giorgi Tirreno Power avrebbe provocato «un danno per la salute inteso quale significativo aumento della morbilità e mortalità nelle aree di ricaduta della centrale, di entità tale da integrare senza dubbio la nozione di “disastro” di cui alla fattispecie prevista dall’articolo 434 del codice penale, nonché un pericolo per la pubblica incolumità, da individuarsi nel rischio di incremento di morbilità e mortalità correlato alla protrazione dell’attività della centrale termoelettrica ai medesimi livelli emissivi mantenuti sino ad oggi». 
Come dire: per il passato, i dati su decessi e malattie supportano l’ipotesi di disastro doloso; per il presente e il futuro, se le emissioni continuano ai livelli attuali, le conseguenze per la salute potrebbero addirittura aggravarsi. Intanto i dati che risultano da un studio su 157 mila persone in 23 Comuni (Valbormida esclusa) parlano di 251 morti per malattie cardiovascolari, 103 per patologie cardiorespiratorie, 1675 ricoveri di adulti e 350 di bambini (per malattie respiratore, di cui 94 casi di asma). 

Il decreto di sequestro firmato Giorgi non è un «copia e incolla» delle richieste della Procura. Anzi, proprio dal lavoro del giudice delle indagini preliminari sono arrivati suggerimenti che, si sottolinea in Procura, «daranno molto lavoro al pm»
Sono soprattutto i riferimenti ai «neghittosi», cioè a chi, pur dovendo e potendo controllare l’attività della centrale, il suo impatto con l’ambiente, semplicemente non l’ha fatto. Chi sono i «neghittosi»? «Dal ministero in giù» è la risposta tranchant, intendendo che potrebbero essere state molte le omissioni, le disattenzioni, i non approfondimenti nei confronti dell’azienda.  

Con l’eccezione, fa capire sempre il gip, dei Comuni di Vado e Quiliano. Un po’ perché si sarebbero spesso e volentieri mossi con osservazioni e puntualizzazioni, ma soprattutto perché proprio lì, all’ombra delle ciminiere, si fa più aspro il dilemma tra salvaguardia dell’ambiente e tutela del lavoro.
Basterà per mettere al riparo sindaci attuali e passati dalla scure dell’inchiesta. E per tutti gli altri? Nei mesi scorsi dirigenti regionali e assessori sono stati ascoltati come testimoni; ma intanto il procuratore Granero e il sostituto Paolucci stanno passando al microscopio tutti gli atti e i pareri che le varie amministrazioni hanno rilasciato nell’iter che ha portato all’Aia del dicembre 2012.

E non è escluso che proprio da lì arrivino altre sorprese.  
SAVONA

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