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15 ottobre 2014

Mese di fuoco dal quale dipende il destino della centrale termoelettrica di Vado,

Tratto da IVG

AIA per Tirreno Power, ecco cosa dice il Parere Istruttorio Conclusivo:

Vado Ligure.  .........Si potrebbe sintetizzare così il contenuto del Parere Istruttorio Conclusivo della commissione IPPC sul rilascio dell’AIA per la centrale termoelettrica gestita da Tirreno Power a Vado Ligure. Nel documento, 132 pagine in tutto, infatti vengono imposte condizioni ......affinché l’impianto vadese possa ripartire.
Il parere (che dopo l’approvazione del Gruppo Istruttore lo scorso 1° ottobre era stato secretato)...... : la commissione pretende che l’impatto ambientale della centrale sia in linea con le Migliori Tecnologie Disponibili e che lo sia in fretta. Insomma, non c’è spazio per tempistiche vaghe (“nel minor tempo posssibile”) o per il progetto migliorativo in due fasi proposto all’azienda: se l’AIA verrà rilasciata, Tirreno Power non solo avrà tre mesi di tempo per presentare “un progetto di fattibilità mirato all’adeguamento dell’impianto alle MTD previste”, ma i VLE (Valori Limite di Emissione) indicati nel parere entreranno in vigore contestualmente con l’Autorizzazione Integrata Ambientale.
Una delle più grandi novità introdotte dalla commissione riguarda però l’alimentazione dei gruppi a carbone (VL3 e VL4) in fase di avviamento: la nuova AIA prevede che questa avvenga solamente attraverso il gas naturale e non più con olio combustibile come succedeva finora. Non solo: nel parere istruttorio conclusivo si specifica anche che le sezioni VL3 e VL4 dovranno “essere alimentate esclusivamente a carbone con contenuto di zolfo minore dell’1%” e che il combustibile utilizzato “dovrà essere campionato e registrato indicando anche il contenuto di zolfo”.
Quando si arriva a parlare di emissioni ecco le pretese della commissione : basta leggere i numeri per rendersi conto che il parere esige che i valori indicati dalle MTD siano  rispettati. L’unico “sgarro” concesso a Tirreno Power riguarda un periodo di tre mesi “per il collaudo e la messa a regime dell’impianto” durante i quali saranno in vigore i seguenti limiti (più alti rispetto a quelli previsti per il successivo funzionamento della centrale): biossido di zolfo (SO2) 200 mg/nmc come media giornaliera; ossidi di azoto (NOx) 200 mg/nmc come media giornaliera; polveri totali 20 mg/nmc come media oraria; monossido di carbonio (CO) 165 mg/nmc come media giornaliera; ammoniaca (Nh3) 5 mg/nmc come media giornaliera.
Passato questo periodo le emissioni dovranno rispettare subito i limiti previsti nel parere istruttorio che, sempre considerando una media giornaliera, saranno: 130 mg/nmc per gli ossidi di azoto (l’azienda ne proponeva 200 nella fase 1 e 150 nella fase 2, calcolati però su base mensile); stesso valore (130) anche per il biossido di zolfo (200 e 150 quello proposto dall’azienda nelle due fasi); per il monossido di carbonio 120 mg/nmc giornalieri (l’azienda proponeva 150/120 di media mensile, rispettivamente nella fase 1 e nella fase 2); per le polveri 10 mg/nmc di media giornaliera (contro i 20 orari e i 15 giornalieri dell’azienda); ammoniaca: qui il parere incontra la proposta di Tirreno Power concordando nel fissare il valore sui 5 mg/nmc giornalieri.
I parametri ipotizzati dalla commissione IPPC sono inferiori  ai VLE pensati dagli enti locali (Regione, Provincia e Comuni di Quiliano e Vado) per la fase 2 del progetto migliorativo, che erano fissati a: 150 giornaliero e 130 mensile per zolfo e azoto, 15/13 per le polveri, 130/120 per il monossido.
Nelle 132 pagine del parere non mancano poi riferimenti agli altri argomenti “caldi”, quelli che nei mesi scorsi sono anche finiti nel mirino della Procura di Savona: in primis il posizionamento dello SME a camino, per arrivare alla copertura del carbonile. La commissione è chiara anche su questo punto: la “congruità del posizionamento” dei misuratori SME installati sui gruppi a carbone andrà verificata da un ente pubblico.E, nel caso in cui il posizionamento, non fosse ritenuto congruo, Tirreno Power avrebbe l’obbligo di presentare uno studio di fattibilità con soluzioni diverse,(!?!?!? nota di UPLS :  il posizionamento dello SME a camino, voluto dalla Procura sarebbe sicuramente la soluzione migliore per la tutela dei cittadini)  ad esempio una doppia canna fumaria, all’interno della ciminiera, con un’altezza utile per il rispetto delle norme “UNI EN”. Per quanto riguarda il carbonile infine non è stata concessa alcuna ulteriore deroga: resta valido il termine già fissato che impone sia completato entro tre anni a far data dal 5 gennaio 2013.
Le carte, a questo punto, sono in tavola. Adesso non resta che capire cosa accadrà in questo mese di fuoco dal quale dipende il destino della centrale termoelettrica di Vado, ma soprattutto dei suoi lavoratori.
Il 18 novembre la conferenza dei servizi è chiamata a decidere sul rilascio dell’AIA. Poi, se ci sarà il via libera, la palla passerà nelle mani dell’azienda che, per poter ripartire, è tassativamente obbligata a dimostrare di essere in grado di rispettare i nuovi limiti che gli sono stati imposti. Se anche questa condizione fosse soddisfatta potrebbe però esserci ancora un ostacolo (e non di poco conto) da superare: ovvero la Procura di Savona. ....

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